Un utile di esercizio di oltre 136 milioni di euro, con entrate contributive stimate per un ammontare complessivo di circa 277 milioni di euro ed un saldo previdenziale, dato dalla differenza tra entrate contributive e uscite per prestazioni, a 113 milioni di euro. Sono questi i valori di bilancio stimati per l’anno 2020, approvati dal Consiglio nazionale della Fondazione Enpaf nella seduta di mercoledì 20 novembre. «I dati previsionali – evidenzia una nota dell’Ente – confermano le prospettive di rafforzamento della gestione previdenziale, come anche indicate nel bilancio tecnico attuariale al 31 dicembre 2017». Quanto alle minori entrate riferite alla contribuzione soggettiva, l’Enpaf puntualizza che esse sono pari a 3,5 milioni di euro e verranno compensate «dalla corrispondente previsione di entrata del contributo 0,5%, ex legge 205/2017, per circa 3,9 milioni di euro». Infine, «nel calcolo della remunerazione della gestione patrimoniale, pari a oltre 42 milioni di euro, sono state considerate unicamente le componenti positive, come cedole, dividendi e proventi da locazioni di immobili».

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Emilio Croce, presidente dell’Enpaf, commenta l’approvazione del bilancio di previsione 2020 sottolineando che «le prossime sfide che attendono l’Enpaf riguardano l’ulteriore ampliamento delle tutele del welfare integrato, garantito agli iscritti e ai pensionati, di cui fanno già parte le prestazioni di assistenza sanitaria integrativa e di Long term care (Ltc), previste attraverso il fondo sanitario Emapi, e che, dal prossimo anno, comprenderanno anche la copertura per temporanea causa morte T.C.M.». Inoltre, conclude Croce, «nei prossimi mesi la Fondazione provvederà alla liquidazione delle prime misure a sostegno dell’occupazione a favore dei farmacisti under 30 e over 50 disoccupati, deliberate dal Consiglio di amministrazione».

Lo scorso aprile l’Ente aveva approvato il bilancio consuntivo del 2018. La fondazione aveva spiegato che l’utile di esercizio si era attestato a 109,9 milioni di euro, mentre il patrimonio 2,5 miliardi di euro. Con riferimento alla riserva legale, ovvero l’accantonamento minimo di cinque annualità che ogni ente deve assicurare agli assistiti per il pagamento delle pensioni in assenza di contributi, nel 2018 si era attestata a 16,3 annualità, «garantendo una sostenibilità – aveva evidenziato l’Enpaf – ben superiore ai limiti richiesti dalla normativa». I ricavi per i contributi riferiti all’anno 2018 si erano attestati a 266 milioni di euro, rispetto ai 263 milioni nel 2017. Infine, l’aumento del costo delle pensioni, passato da 150 a 152 milioni di euro.

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