In un panorama economico in rapida evoluzione, anche il settore della distribuzione farmaceutica si trova ad affrontare sfide senza precedenti che mettono a dura prova la sua sostenibilità economica. In un’intervista a FarmaciaVirtuale.it.it, Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, ha preso in esame le dinamiche che caratterizzano l’operato dei distributori intermedi, mettendo in luce le pressioni causate dall’aumento dei costi operativi e dalle nuove abitudini di consumo. Mirone ha esplorato le strategie adottate dai distributori per «navigare» in acque turbolente, discutendo l’impatto della crisi sulla libertà di scelta delle farmacie, con uno spiraglio proveniente dal nuovo modello di remunerazione.

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Cosa significa «sostenibilità economica» per la filiera dei distributori intermedi?

La sostenibilità economica per la nostra filiera è una questione complessa che si basa su diversi fattori. Il settore sta affrontando un’impennata dei costi, dovuta principalmente all’aumento del prezzo del carburante, dell’energia e del costo del denaro. Gli aumenti incidono pesantemente sulle nostre aziende rappresentate, che necessitano di un flusso di credito bancario costante per mantenere le scorte nei magazzini, essenziali per garantire un assortimento adeguato e un servizio efficiente alle farmacie.

Quali sono le sfide che il settore sta affrontando in termini di sostenibilità economica?

Tra le sfide vi è l’assenza di un incremento del fatturato a fronte dell’aumento dei costi. Il nostro settore è influenzato da «turbative» esterne tra cui il commercio online e l’ingresso delle società di capitale dal 2017, che tendono a bypassare il segmento dei distributori intermedi. Fenomeni che stanno erodendo la quota di mercato dei grossisti e mettendo a rischio la sostenibilità dei bilanci delle aziende.

Come rispondono a queste sfide i distributori intermedi?

Abbiamo adottato diverse contromisure. Per esempio, abbiamo cercato di contenere l’impatto del costo del carburante con un addebito parziale alle farmacie. Abbiamo diversificato le nostre attività, anche se alcune di queste – come la distribuzione dei vaccini – hanno richiesto investimenti significativi senza produrre il ritorno sperato. Stiamo anche sostenendo le farmacie in campagne di screening, attività che non generano un recupero di risorse.

Quale è l’impatto della crisi sulla possibilità di scelta dei grossisti da parte delle farmacie?

La crisi potrebbe portare a una riduzione nel numero di distributori intermedi, limitando la capacità di scelta per i titolari di farmacia. Ciò potrebbe portare a un modello in cui ogni farmacia avrà un distributore di riferimento che dovrà garantire il fabbisogno completo della farmacia e supportarla in una serie di altre attività.

Qual è la sua opinione sul nuovo modello di remunerazione per la distribuzione farmaceutica?

Credo che il nuovo modello di remunerazione, che sgancia il compenso dal prezzo del farmaco, sia una garanzia di sostenibilità per il settore. Da un lato gratifica l’atto professionale della dispensazione da parte del farmacista, dall’altro rende la remunerazione meno dipendente dal prezzo al pubblico del farmaco. Si tratta di un passo positivo sia professionalmente che economicamente.

Come vede il futuro della distribuzione farmaceutica in Italia?

Il futuro vedrà probabilmente maggiori aggregazioni di farmacie collegate ai rispettivi distributori di riferimento. Questa trasformazione porterà a una competizione tra gruppi di farmacie piuttosto che tra singoli farmacisti. Per questo motivo, è importante che il farmacista si riappropri del suo ruolo professionale e che il settore si adatti alle nuove dinamiche di mercato per continuare a fornire un servizio essenziale alla comunità.

In generale, quale è il ruolo dei distributori intermedi nella filiera del farmaco?

Vorrei sottolineare l’importanza di un riconoscimento adeguato del ruolo cruciale che i distributori intermedi giocano nella filiera farmaceutica. Nonostante operino spesso in secondo piano, il lavoro dei distributori intermedi è fondamentale per garantire che le farmacie possano continuare a fornire servizi essenziali ai cittadini. È essenziale che ci sia un dialogo costruttivo con le istituzioni per trovare soluzioni sostenibili che tutelino la salute del settore.

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