
E’ tuttavia doveroso sottolineare la dinamica attraverso la quale, sempre più spesso, i farmacisti che non trovano lavoro, si cancellano dall’Ordine di appartenenza – o non si iscrivono fino a che non trovano lavoro – , a causa dei vincoli contributivi. Le percentuali presentate quindi potrebbero non tener conto di una forma latente di disoccupazione, ovvero di quei farmacisti che non rientrano nei conteggi previdenziali. I dati riportati andrebbero incrociati con quelli dei farmacisti totali disoccupati e non iscritti ad alcun Ordine, di cui però è difficile tenere traccia perché non presenti in nessun albo o elenco.
In un’intervista concessa al nostro giornale alla fine del 2016, il presidente della Fofi Andrea Mandelli aveva spiegato che «gli unici antidoti alla disoccupazione, che porta con sé anche condizioni di lavoro peggiori, sono lo sviluppo della farmacia dei servizi e delle prestazioni professionali, da una parte, e dall’altra una programmazione realistica del numero dei laureati in base ai bisogni».
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