direzione farmaciaSi giocherà oggi alla Camera la partita per bloccare la legge 27/2012 (che ha assorbito quasi in toto il cosiddetto decreto “Cresci Italia”), che dal 1 gennaio 2015 obbligherà i farmacisti che hanno raggiunto l’età pensionabile a lasciare la direzione delle farmacie private.
E’ iniziato lunedì il voto della commissione Bilancio dei quattro emendamenti alla Legge di Stabilità che sopprimono la norma del decreto “Cresci-Italia”. In campo sono rimasti quattro dei cinque emendamenti presentati originariamente per riscrivere l’articolo. E’ stato cassato l’emendamento firmato da Marco Di Lello e Lello Di Gioia (gruppo misto – Psi) , che posponeva al primo gennaio 2020 l’entrata in vigore della norma. Vanno al voto le proposte di Alan Ferrari (Pd), Maurizio Bernardo e Paolo Tancredi (Ncd), Marco Di Lello e Lello Di Gioia (Gruppo misto – Psi) e Massimo Corsaro (Fratelli d’Italia), che chiedono la soppressione della legge.
L’ora del voto scoccherà mercoledì pomeriggio, come spiega il deputato Ferrari: “I lavori sono iniziati lunedì 17 novembre e quindi siamo ancora in fase preliminare – dice -. I tempi della discussione non sono prevedibili, ma sull’esito siamo fiduciosi. Gli emendamenti sono stati condivisi al termine di un approfondito confronto con Federfarma e c’è una concordanza informale con gli altri gruppi parlamentari, come del resto c’era già stata al Senato. Noi puntiamo a far sì che la legge venga soppressa. Poi saranno il Parlamento il Governo a decidere, insieme alle associazioni di categoria, le modalità con cui affrontare la questione dell’età pensionabile”.
Secondo Ferrari la legge, se entrasse in vigore dal gennaio 2015, comporterebbe una sofferenza molto elevata per le farmacie italiane: “Siamo il Paese degli 8000 campanili, speculare anche all’organizzazione delle farmacie – rimarca -. In Italia ci sono 300 farmacie che rischiano il fallimento e 4800 che versano in una situazione molto difficile. Le farmacie sono presidi sanitari fondamentali e noi dobbiamo tutelarli”.
In base ai dati dell’Enpaf, l’ente nazionale previdenza assistenza farmacisti, sono quasi 4.500 i titolari di farmacie private che hanno superato la soglia dei 65 anni e che, in virtù della nuova legge, sarebbero costretti ad andare in pensione a gennaio. Un quarto del totale dei titolari delle farmacie, che quasi sempre sono anche direttori dell’esercizio. Costringerli alla pensione equivarrebbe a cedere il negozio o, peggio, a chiuderlo, essendo impraticabile la divisione tra gestione economica e potere decisionale.

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