In occasione del congresso della Società italiana di nefrologia, a Riccione dal 21 al 24 ottobre 2025, un simposio dedicato ha posto l’accento sull’evoluzione della terapia dietetico-nutrizionale per i pazienti affetti da malattia renale cronica. L’evento, realizzato con il supporto non condizionante di Dr. Schär, ha visto la partecipazione di clinici e ricercatori, concordi nel definire l’approccio nutrizionale come elemento cardine del percorso terapeutico. Al centro del dibattito è stata posta la dieta ipoproteica, della quale sono state analizzate le potenzialità nel modulare la progressione della patologia. Sono intervenuti il Prof. Adamasco Cupisti dell’Università di Pisa, il Dott. Simone Vettoretti della Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori, Università di Milano Bicocca, e la Dott.ssa Claudia D’Alessandro, dietista nutrizionista presso l’Università di Pisa.

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Sinergie tra alimentazione e medicinali nella protezione renale

Il Prof. Adamasco Cupisti ha esposto le basi fisiologiche dell’interazione tra dieta ipoproteica e terapie farmacologiche. Nel simposio è stato evidenziato come un regime alimentare a basso contenuto di proteine e sodio, specialmente se di origine vegetale, possa potenziare l’efficacia dei farmaci nefroprotettivi, tra cui gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2. Le strategie condividerebbero meccanismi d’azione complementari, mirati a regolare l’emodinamica glomerulare e a contenere i fenomeni di iperfiltrazione e proteinuria. L’intervento dietetico, secondo il Cupisti, aiuta a ritardare l’esordio della dialisi e a preservare lo stato nutrizionale, assumendo le caratteristiche di una vera e propria terapia da prescrivere e monitorare con scrupolo.

Terapia nutrizionale personalizzata e ruolo degli alimenti aproteici

Il Dott. Simone Vettoretti ha incentrato il proprio contributo sulla gestione del paziente anziano e fragile, soggetto in cui la restrizione proteica necessita di una attenta valutazione. Con l’analisi di casi clinici e il riferimento alle linee guida internazionali, è stato dimostrato come un piano dietetico ipoproteico correttamente bilanciato sia non solo sicuro, ma anche in grado di favorire il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale e funzionale. La personalizzazione del percorso, che consideri comorbidità e preferenze del paziente, risulta fondamentale. A conclusione dei lavori, la Dott.ssa Claudia D’Alessandro ha approfondito la funzione dei prodotti aproteici, definendoli strumenti clinici di precisione. Garantendo un apporto calorico adeguato senza aggravare il carico di scorie metaboliche, gli alimenti supportano l’aderenza al regime dietetico e concorrono al miglioramento della qualità di vita, integrandosi in uno stile alimentare adeguato.

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