Nuove opportunità di cura e moderni dispositivi medici, distribuiti in modo sempre più capillare sul territorio, al servizio dei pazienti diabetici lombardi. Con ricadute positive sia in termini di qualità della vita per i pazienti sia in termini di risparmio per il sistema sanitario regionale (Ssr). È quanto emerso dal forum svoltosi lo scorso maggio a Milano, alla presenza di esperti di farmacoeconomia, clinici, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di pazienti. L’incontro, dal titolo “Lotta al diabete – Innovazione possibile e nuovi modelli di governance sanitaria in Regione Lombardia”, organizzato da Italian Health Policy Brief con il contributo non condizionante di Abbott, è stato occasione per fare il punto sulla malattia in Regione e dopo l’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio regionale, della mozione 808/2022 concernente le misure dedicate ai pazienti diabetici per migliorare l’accesso ai device sanitari per il monitoraggio continuo della glicemia, Continuous glucose monitoring.

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La mozione che impegna la Giunta regionale lombarda

La mozione, nel dettaglio, impegna la Giunta regionale a «valutare la possibilità per i pazienti diabetici di ritirare i device Cgm anche presso strutture alternative, quali farmacie e case di comunità, valutare la possibilità di prevedere una fornitura che abbia durata annuale, o almeno semestrale, valutare di prevedere, nell’ambito della fornitura temporale, la possibilità di implementare il numero dei singoli device Cgm e degli infusori di insulina forniti per sopperire a tutte quelle situazioni di criticità, dunque necessità, che possono venire a formarsi» e infine «valutare la possibilità di sviluppare corsi di formazione e informazione immediata e sistemica per i medici di medicina generale sui benefici che l’utilizzo di questi device innovativi procurano alla qualità di vita dei pazienti».

In Lombardia il numero più alto di pazienti diabetici

Nel corso dell’evento sono stati presentati diversi dati. È la Lombardia la regione italiana con il maggior numero assoluto di persone malate di diabete in Italia: un diabetico su sette, infatti, vive nel territorio della Regione, dove risiedono circa 570mila dei quattro milioni di malati di diabete stimati nel nostro paese. Di questi, uno su tre vive a Milano città. Secondo i dati elaborati dall’Ats Città Metropolitana di Milano, infatti, nel capoluogo lombardo sono oltre 180.000 le persone con diabete noto e diagnosticato e circa 60.000 le persone che non sanno di averlo. La spesa sanitaria pro-capite ammonta ogni anno a circa 3mila euro, pari a oltre 1 miliardo e mezzo di euro complessivamente a carico del Ssr.

Le differenti tipologie di dispositivi

Quanto alle tipologie di dispositivi, secondo quanto emerso, «attualmente sono disponibili due tipi di sistemi per il monitoraggio della glicemia: il Cgm in tempo reale (real time Continuous glucose monitoring, rt-Cgm) e i sistemi di monitoraggio intermittente del glucosio (intermittently scanned Continuous glucose monitoring is-Cgm), chiamato anche monitoraggio flash del glucosio. Questi ultimi dispositivi, i sistemi isCgm, sono oggi disponibili e già utilizzati da un’ampia parte della popolazione diabetica in Italia, sia pazienti di tipo 1 che pazienti tipo 2, grazie ai significativi benefici clinici mostrati insieme alla sostenibilità per il Ssn con costi di acquisizione più sostenibili».

Il ruolo dei farmacisti territoriali

C’è, poi, il ruolo cruciale che potrebbe essere svolto dai farmacisti di comunità per semplificare la diffusione di questi dispositivi attraverso una distribuzione capillare sul territorio, come sottolineato da Andrea Mandelli, presidente Fofi, Federazione ordini farmacisti italiani. Tre, secondo Mandelli, gli aspetti chiave su cui i farmacisti possono venire in supporto delle persone con diabete e del Ssr: informazione, semplificazione e risparmio. Il primo aspetto facendo comprendere meglio ai pazienti, così come accaduto nella recente campagna vaccinale anti-Covid, i benefici, in questo caso legati all’utilizzo della tecnologia, nel contrastare la malattia. Mandelli ha ricordato che «i farmacisti di prossimità hanno mostrato nella recente pandemia come il forte rapporto di fiducia che li lega ai cittadini rappresenti un potente strumento per abbattere il muro di diffidenza nell’approcciarsi a modalità innovative di prevenzione e cura, in grado di ridurre il peso della malattia nella quotidianità e migliorare la qualità di vita».

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