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Ricordiamo che il concorso straordinario per l’apertura di altre “5000 farmacie” non è uno scherzo; diverse graduatorie sono già state pubblicate e sarà un bel problema per l’intero sistema quando il processo delle nuove aperture sarà terminato. Farmacie e parafarmacie sono due cose nettamente diverse, come ha riconosciuto la Corte Costituzionale nella sentenza del 18 luglio scorso: la farmacia è sottoposta a una serie di vincoli e obblighi, quale Servizio di Pubblica Utilità, che servono a garantire il massimo livello di tutela della salute pubblica: presenza capillare sul territorio, turni non remunerati, dotazione di farmaci adeguata al servizio, collegamento in rete con il SSN, ecc.
Per contro, la parafarmacia è nata con finalità prettamente commerciali e mira a posizionarsi nelle aree più redditizie. Permettere, come unico Paese al mondo, la vendita di farmaci con obbligo di ricetta medica al di fuori della farmacia, significherebbe destabilizzare l’attuale rete di servizio e ridurre le garanzie per il cittadino. In ogni caso qualsiasi misura che comporterebbe un indebolimento della rete delle farmacie si ripercuoterebbe negativamente sulla qualità del servizio farmaceutico fornito ai cittadini. Altre sono le misure di cui necessita il nostro Paese, sulle quali il Governo ha giustamente posto l’attenzione.
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