La demenza è la quarta causa di morte nelle persone over 65 nei paesi occidentali. Uno studio tutto italiano, condotto da un team multidisciplinare composto da specialisti dell’Associazione geriatri extraospedalieri a favore di anziani svantaggiati (Ageas) e farmacisti, ha avuto l’obiettivo di facilitare l’identificazione precoce e la gestione del declino cognitivo in pazienti di età superiore ai 60 anni. Il lavoro, dal titolo “Early detection screening of cognitive decline in patients over 60 years: Eldercare study”, è stato pubblicato nel 2024 sulla rivista scientifica Journal of Alzheimer’s Disease e vi hanno preso parte Salvatore Putignano, Luigi Forgione, Mariano Fusco, Attilio Giacummo, Elisa Magli, Saverio Marino, Raffaele Marzano, Daria Putignano, Francesco Santamaria, Micaela Spatarella, e Vincenzo Santagada.

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Coinvolgimento di farmacisti e farmacie

I ricercatori hanno coinvolto persone over 60 con deambulazione indipendente e/o assistita, disturbi soggettivi di memoria, lieve deterioramento cognitivo o malattia di Alzheimer lieve, che frequentavano regolarmente le farmacie. Il ruolo dei farmacisti e delle farmacie è stato centrale per la realizzazione del lavoro. L’Ordine dei farmacisti di Napoli ha allestito un camper attrezzato con tutte le apparecchiature necessarie per fare le visite di screening. L’indagine è stata condotta da specialisti dell’Ageas nei camper dell’Ordine dei farmacisti in aree dedicate vicino alle farmacie partecipanti. Ogni paziente è stato sottoposto a un esame medico completo, che comprendeva la misurazione di peso, altezza, SpO2% e pressione sanguigna, e un eco-doppler del tronco sovra-aortico. A questi sono seguiti l’elettrocardiogramma (Ecg), l’ecografia doppler a colori dei vasi del collo, e una breve valutazione neuropsicologica con la somministrazione di questionari Mini mental state examination (Mmse), Activities of daily living (Adl) e Lawton instrumental activities of daily living scale (Iadl).

Approccio multidisciplinare per identificare il declino cognitivo

I dati demografici, anamnestici e clinici sono stati raccolti in forma anonima. Dei 279 pazienti idonei sottoposti alla fase di screening, il 44% era in sovrappeso, il 23% obeso e il 29% iperteso. Nel 62% dei casi sono state rilevate alterazioni del tronco sovra-aortico con diverse percentuali di stenosi. La valutazione neuropsicologica ha evidenziato che il 67% dei casi era nella norma in base all’età e al livello di istruzione, mentre il 18% si trovava in una condizione di fragilità cognitiva. Declino cognitivo lieve/moderato, o probabilmente malattia di Alzheimer, è stato identificato nel 14% dei casi.

Collaborazioni per rallentare il decorso della malattia

La collaborazione multidisciplinare tra farmacisti e medici specialisti risulta è stata centrale per l’identificazione precoce dei sintomi prodromici del deterioramento cognitivo e della malattia di Alzheimer. L’individuazione tempestiva della condizione nel gruppo di pazienti ha permesso agli specialisti di raccomandare esami diagnostici approfonditi e procedure di follow-up per rallentare il decorso della presunta malattia. Nonostante gli outcomes ottenuti, ulteriori studi su larga scala sono necessari per confermare i risultati e definire le migliori strategie di prevenzione e intervento.

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