Ddl Mandelli-d’Ambrosio LettieriIl disegno di legge Mandelli-d’Ambrosio Lettieri, attraverso il quale sono state proposte grandi novità per la professione di farmacista, continua a far discutere. Dopo le opinioni di Maurizio Cini, docente presso l’università di Bologna, e di Vincenzo De Vito, presidente del Movimento nazionale liberi farmacisti, FarmaciaVirtuale.it ha raccolto il pensiero di Marco Cetini, farmacista, titolare per anni di una parafarmacia e attualmente collaboratore in una farmacia ligure. «L’intento è nobile – ha spiegato – anche se la tempistica è molto ritardata. La società è molto mutata, le necessità di figure sanitarie specializzate e con un ruolo di interfaccia fra medicina e cittadino, fra farmacologia, alimentazione e medicine olistiche, sono cresciute in modo esponenziale ed il farmacista vi si può ben situare». «La disoccupazione e la precarietà del farmacista – prosegue il professionista – sia come rapporto di lavoro subordinato, che come imprenditore, sono cresciute in particolare dal 2009. L’apertura delle parafarmacie, le assunzioni nei corner e la nascita di catene, seppur considerate un’anomalia, hanno avuto il pregio di limitare molto l’espulsione dal mercato del lavoro, ma ora il trend non è più positivo. Certo non era questa la sede, ma se il disegno di legge sulla Concorrenza riconoscesse un’evoluzione del ruolo delle parafarmacie, una volta approvato si potrebbe emendare in meglio anche il Ddl Mandelli-d’Ambrosio Lettieri». Di quest’ultimo, Cetini apprezza in particolare le scelte – ritenute «molto opportune» – in materia di «accesso alle specializzazioni post lauream anche con tutele contro le discriminazioni contrattuali». Altre idee, invece, convincono meno: «L’articolo 7 mi pare velleitario per la presenza sui treni a lunga tratta e negli autogrill: quale sostenibilità e quali rapporti tra costi e benefici vantaggi si avrebbero per i viaggiatori?». Il farmacista ritiene quindi «molto buono» l’articolo 9, che propone l’introduzione della Rete nazionale di gestione del rischio clinico. Quanto all’articolo 10, il giudizio è positivo benché, osserva Cetini, «mi pare nebulosa la “riconciliazione farmacologica” post dimissioni». In conclusione, «si tratta a mio avviso di un Ddl con luci e ombre, nel quale i relatori volano fin troppo alto per certi aspetti, ma che ancora una volta lascia senza risposta la questione etico-professionale del farmacista nella realtà delle parafarmacie».

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