
«L’Avvocatura dello Stato, alla quale il ministero ha chiesto il parere – prosegue la dirigente del sindacato dei farmacisti rurali – ha infatti ritenuto di confermare tale interpretazione anche nel caso del concorso straordinario in quanto, diversamente, si sarebbero creati problemi ancora più gravi, con una esplosione di ricorsi e con la necessità di rimettere tutto in gioco, intervenendo anche su sedi farmaceutiche che sono state appena assegnate o già aperte. Le cose sarebbero probabilmente andate in modo diverso se, quando è stato indetto il cosiddetto “concorsone”, la precedente dirigenza di Federfarma fosse intervenuta fin dalla fase iniziale della procedura». Silvia Pagliacci punta dunque il dito contro la presidenza dell’epoca, guidata da Annarosa Racca. «Nelle ore seguenti l’approvazione del Ddl Lorenzin – ha aggiunto – insieme al presidente Marco Cossolo ho incontrato i vertici ministeriali per sottolineare come la norma penalizzi i colleghi rurali, e i responsabili del dicastero ci hanno assicurato di voler continuare nella collaborazione con noi avviata per elaborare misure in favore della ruralità». Il provvedimento dovrà ora tornare al Senato per una nuova lettura, dal momento che a Montecitorio sono state approvate modifiche rispetto al testo licenziato da Palazzo Madama.
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