Ddl Concorrenza, per l’ok definitivo del Parlamento si potrebbe arrivare al 2017

Del disegno di legge sulla Concorrenza, da un paio di settimane, non si parla quasi più. Nel corso del mese di ottobre il provvedimento era scomparso dai calendari fissati dal Senato fino a giovedì 3 novembre. In quell’occasione fu spiegato che la ragione non era tecnica né procedurale, ma squisitamente politica: la maggioranza in Parlamento ha preferito infatti evitare di continuare a dibattere su un testo considerato particolarmente “divisivo”. Meglio, si è detto, mantenere la calma in attesa dell’esito del referendum indetto per il prossimo 4 dicembre, con il quale verrà confermata o meno la riforma costituzionale proposta dal governo (sulla quale il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha deciso di puntare molto del suo futuro politico). Ancora nella giornata di venerdì 4 novembre i nuovi calendari non risultavano pubblicati sul sito internet del Senato. È probabile, in ogni caso, che il provvedimento che fu approvato dal Consiglio dei ministri il 20 febbraio 2015, non cominci ad essere esaminato prima di dicembre. Il Documento programmatico di bilancio prevede che il via libera venga dato entro la fine dell’anno, ma come sottolineato dall’agenzia di stampa Public Policy, a partire dal 5 dicembre, in Senato approderà la manovra finanziaria. Che godrà di una corsia preferenziale. Per cui «è attualmente quasi impossibile che il Ddl Concorrenza veda la luce in via definitiva entro il 2016». Tanto più che, come ricordato in più occasioni, il disegno di legge dovrà poi tornare nuovamente alla Camera per un’ulteriore votazione, dal momento che il testo è stato modificato a Palazzo Madama. Il rischio dunque è che si possa slittare al 2017. E che subito dopo l’ok al Ddl Concorrenza 2015, si cominci immediatamente (o quasi) l’iter del nuovo provvedimento, per l’anno 2017. Le leggi sulla Concorrenza dovrebbero infatti essere approvate con cadenza annuale, nelle intenzioni del legislatore, al fine di garantire uno slancio continuo al sistema economico e produttivo del Paese.