ddl concorrenza farmacieIl disegno di legge sulla Concorrenza questa settimana non sarà posto in discussione in Aula dal Senato. Come ampiamente prevedibile, infatti, il calendario previsto inizialmente non ha potuto essere rispettato. Secondo quanto riportato dall’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, un incontro si è svolto nella mattinata di mercoledì 5 aprile tra rappresentanti del governo e della maggioranza parlamentare: «Da quanto riferito dai partecipanti alla riunione, sarà mantenuto il testo approvato dalla commissione Industria nel mese di agosto del 2016. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, con un passaggio in Consiglio dei ministri, si è riservato di valutare l’inserimento nel provvedimento del solo emendamento anti-scorrerie (la cui applicazione, viene sottolineato, non sarebbe retroattiva). In tal caso, questa unica novità sarebbe sottoposta alla commissione Industria». In altre parole, dunque, tra le due possibilità paventate nei giorni scorsi, ovvero quella appunto di presentare il testo licenziato nella scorsa estate in commissione, oppure l’alternativa di portare al Senato il pacchetto di una trentina di emendamenti messo a punto da governo e relatori, e prevedere poi un ritorno del provvedimento in Commissione per tornare di nuovo in Assemblea e licenziare il nuovo testo, si è scelta la prima strada. A questo punto dovrebbero essere presentato un maxi-emendamento al fine di velocizzare i tempi, e la decisione di utilizzare la questione di fiducia dovrebbe essere sostanzialmente scontata. In questo modo l’iter a Palazzo Madama potrebbe concludersi in tempi piuttosto brevi e a quel punto il disegno di legge potrebbe tornare a Montecitorio per una nuova lettura, in vista dell’approvazione e della promulgazione da parte del Presidente della Repubblica. «Rientrerebbero nel maxi emendamento – sottolinea ancora l’agenzia di stampa – anche tutte le norme di drafting (eliminazione delle norme già entrate in vigore e aggiornamento di date)». Se non ci saranno ulteriori sorprese, il Ddl Concorrenza dovrebbe approdare dopo le festività di Pasqua in Aula a Palazzo Madama. Tuttavia, «la riunione non è servita a dissipare tutti i malumori dei relatori e a quanto si apprende uno dei due, Luigi Marino, sarebbe in procinto di rimettere il mandato».
E nel tardo pomeriggio di mercoledì 5 aprile arrivano le dichiarazioni di Luigi Marino (AP) il quale – come riporta l’agenzia “Il Sole 24 Ore Radiocor Plus” – ha osservato che “l’incontro di questa mattina serviva per dare una svolta decisiva al Ddl sulla concorrenza uscito dalla commissione Industria otto mesi fa che e’ anche “richiesto dalla Ue, anche in queste ore”. Per il senatore di Ap “i ritardi del Ddl hanno come responsabile preminente il Governo che per motivi più o meno condivisibili, lo ha ritardato nelle Aule parlamentari”, eccetto “il Mise”. Nella riunione, riferisce il senatore, si sono vagliate le due ipotesi di “riandare in Commissione riaprendo i termini per gli emendamenti per tutti oppure di non modificare il testo o eventualmente di una unica modifica, rimanendo in Aula. Io ho ritenuto sempre – spiega Marino, come riferito dall’agenzia – che ci fossero i tempi e lo spazio per tornare in Commissione vista la responsabilità sempre dimostrata dalle forze di opposizione e di maggioranza. Con un numero contenuto di emendamenti si poteva andare e in poco tempo licenziare un testo su cui semmai il Governo avrebbe posto la fiducia. Non si e’ voluta percorrere questa strada e – conclude – credo che sia un errore”.

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