fascia cLa commissione Igiene e Sanità del Senato ha fornito un parere in sede consultiva sul disegno di legge sulla Concorrenza, che verrà poi rimesso ai membri della commissione Industria, alla quale il testo è stato assegnato. A parlare è stata la senatrice Nerina Dirindin, che ha spiegato in merito all’articolo 48 del Ddl stesso, di trovare che esso «non tenga nella dovuta considerazione le peculiari caratteristiche del mercato dei farmaci, e possa, al di là delle intenzioni del legislatore, indebolire, anziché rafforzare, il ruolo delle farmacie quali presidi sul territorio legati al Servizio sanitario nazionale».
Quanto alla possibilità che le società di capitali assumano la titolarità dell’esercizio delle farmacie, la parlamentare ha spiegato di ritenere «che si tratti di un’innovazione importante» ma allo stesso tempo che essa necessita «di una serie di misure di accompagnamento, volte a evitare l’insorgenza di criticità. In primo luogo, occorre limitare il ruolo dei soci di solo capitale, prevedendo che almeno i due terzi del capitale sociale e dei diritti di voto siano riservati a professionisti iscritti all’albo. In secondo luogo, occorrerebbe ampliare il novero delle incompatibilità. Sarebbe altresì opportuno precisare se le attività di intermediazione o distribuzione del farmaco siano o meno compatibili con la partecipazione alle società di gestione delle farmacie comunali, essendo tale profilo non sufficientemente chiarito dal testo».
Secondo Dirindin, inoltre, «occorrerebbe mantenere il limite numerico delle titolarità di farmacie a quattro. Infine, bisognerebbe prevedere che alla direzione delle farmacie possano essere preposti solo farmacisti dotati di adeguata esperienza e detentori di almeno il 25% del capitale sociale». Infine, la senatrice si è espressa in merito alla possibile liberalizzazione dei farmaci di fascia C, spiegando che «occorrerebbe valutare l’opportunità di consentire la vendita di tali medicinali nell’ambito delle parafarmacie».
A prendere la parola sono stati poi le senatrici Rizzotti (Fi) e Padua (Pd) e il senatore Gaetti (M5S). La prima ha ricordato che «in nessun Paese europeo i farmaci soggetti a prescrizione medica sono distribuiti al di fuori delle farmacie». La seconda ha spiegato di volersi associare «alle preoccupazioni già manifestate nel corso della discussione generale circa i rischi di depauperamento della rete territoriale delle farmacie, la quale rappresenta un importante punto di riferimento per i cittadini». Mentre il terzo ha sottolineato che «l’accesso delle società di capitali alla titolarità delle farmacie rischia di dare luogo a grandi concentrazioni, e di relegare di fatto il farmacista al ruolo di mero dipendente».

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