
Dall’altra parte, il nuovo Governo ponga in campo una seria riflessione sulla riforma del sistema sanitario nazionale che deve continuare a garantire i livelli essenziali di assistenza e il diritto inalienabile alle prestazioni sanitarie, ponendosi inderogabilmente il problema della sostenibilità all’interno di una riorganizzazione della spesa che tagli davvero gli sprechi per ottimizzare le risorse disponibili e migliorare lo standard dei servizi in tutte le regioni.
A questi temi e alle gravi difficoltà che hanno visto le Regioni annaspare nel mare di una gestione farraginosa e spesso fallimentare, sia sotto il profilo assistenziale che economico, certamente non si può rispondere con la soppressione del Ministero della Salute, abolito dal Governo Prodi con la Finanziaria del 2007 che ha applicato la legge Bassanini del’99 e ripristinato responsabilmente dal Governo Berlusconi nel 2009 che, invece, lo aveva istituito nel 2001, che intese correttamente scorporarlo dai ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Quello della sanità è un campo minato e un tema sensibile per la società italiana, che non può disperdere una patrimonio di civiltà formatosi sotto il segno della solidarietà e dell’equità e che ha rappresentato un fiore all’occhiello per il Paese in campo internazionale.
Sono certo che, ancora una volta, il PdL saprà far valere le ragioni di una scelta responsabile. Il Ministero della Salute garantisce una funzione di guida e di programmazione per un sistema sanitario che deve assicurare ad ogni cittadino, al Sud come al Nord, gli stessi livelli di assistenza e che non può diventare terreno di battuta libera delle singole regioni. Il presidente Berlusconi lo ha detto a chiare lettere: niente tagli e riforma del sistema, a cominciare dall’inserimento dei costi standard che elimini una deleteria disomogeneità sul territorio nazionale che genera disparità e sprechi inaccettabili”.
Lo dichiara in una nota il sen. del PdL Luigi d’Ambrosio Lettieri.
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