Uno studio condotto da ricercatori canadesi ha evidenziato l’importanza nel corso della pandemia di Covid-19 dell’impiego della telemedicina da parte dei professionisti della sanità, farmacisti inclusi. L’emergenza legata a Sars-CoV-2 ha esercitato pressioni enormi sui sistemi sanitari di tutti i paesi. I governi hanno raccomandato di evitare gli spostamenti non essenziali dei pazienti al fine di contenere la diffusione del virus, ma gli assistiti, comprensibilmente, si sono trovati con numerose domande e preoccupazioni sulla loro salute e hanno cercato informazioni sul coronavirus. È risultato quindi indispensabile assicurare che i pazienti ricevessero l’aiuto di cui necessitavano al proprio domicilio.

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L’adeguata aderenza terapeutica e la corretta gestione di patologie croniche può ridurre fortemente il numero di pazienti critici ricoverati in ospedale a causa di Covid-19. A titolo di esempio, il mancato controllo della glicemia può provocare complicanze micro- e macrovascolari nel soggetto diabetico, condizioni che possono compromettere la sopravvivenza del paziente nel caso in cui contragga il virus. Gli esperti del farmaco sono formati per individuare problemi reali e potenziali legati alle terapie farmacologiche ed è fondamentale che gli assistiti si fidino dei farmacisti e si aprano con loro per ottenere una storia clinica completa ed accurata attraverso una telefonata.

Considerata l’importanza del distanziamento fisico durante l’emergenza sanitaria, gran parte del supporto è stato dunque fornito online tramite email o videochiamate oppure per via telefonica, riducendo gli accessi in farmacia e negli ambulatori. L’assistenza sanitaria virtuale ha così consentito un maggiore accesso alle cure, soprattutto da parte dei residenti in aree isolate. Molti medici hanno effettuato le loro visite online. Allo stesso modo, i pazienti hanno richiesto le prescrizioni per via telematica e hanno chiamato i farmacisti in caso di dubbi sui medicinali assunti o sulle loro condizioni di salute. I farmacisti sono considerati i fornitori di cure primarie più facilmente accessibili e per i pazienti è cruciale avere la certezza che questi professionisti li seguano durante la pandemia.

L’Associazione dei farmacisti canadesi ha limitato il rifornimento di medicinali a 30 giorni onde evitare fenomeni di accaparramento, che potrebbero esacerbare ulteriormente l’attuale problema della carenza di farmaci, ponendo molti pazienti in condizioni di impossibilità di proseguire terapie essenziali. Gli autori dello studio hanno inoltre considerato la piattaforma GeriMedRisk per fornire servizi di assistenza medica ai pazienti geriatrici, più esposti ad eventi avversi da farmaci a causa non solo di una riduzione metabolica, ma anche di patologie multiple e conseguenti politerapie. La piattaforma è utilizzata da farmacisti e medici per contribuire a ridurre cadute e accessi al pronto soccorso conseguenti alla tossicità da farmaci. La telemedicina può anche migliorare l’accesso agli operatori sanitari in grado di aiutare i pazienti affetti da malattie mentali, che in questo periodo in particolare hanno vissuto la preoccupazione di essere lasciati soli, privati dell’assistenza necessaria.

Rimangono due importanti quesiti a cui rispondere: se l’assistenza con mezzi virtuali sia valida quanto quella diretta da un punto di vista qualitativo e se possa essere utile continuare ad erogare questo tipo di servizio, che si è dimostrato conveniente ed efficace, anche ad emergenza cessata.

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