cupL’Autorità Garante della Concorrenza, nel bollino settimanale pubblicato l’11 aprile 2016, ha fatto sapere che «nel corso degli ultimi mesi sono pervenute diverse segnalazioni inerenti distorsioni concorrenziali nell’ambito dei servizi di prenotazione di visite mediche specialistiche tramite CUP e di ritiro dei referti, con particolare riferimento alla possibilità per le parafarmacie di offrire detti servizi». Ciò in particolare nelle province di Pordenone, Avellino e Sassari, nelle quali «detti servizi verrebbero considerati prerogativa delle farmacie». Per questo l’Autorità ricorda che le parafarmacie sono state create con l’obiettivo principale di «rafforzare la libertà di scelta del cittadino consumatore e la promozione di assetti di mercato maggiormente concorrenziali, anche al fine di favorire il rilancio dell’economia e dell’occupazione», e sottolinea che «in ciascuna parafarmacia sono per legge presenti uno o più farmacisti». Spiega poi che «le Regioni stipulano con le associazioni di farmacisti maggiormente rappresentative accordi volti, tra l’altro, ad individuare “modalità differenziate di erogazione delle prestazioni”». Nell’ambito di tali accordi, figurano sia attività riservate alle farmacie, sia servizi che non lo sono, come appunto il CUP o il ritiro referti. «Si evidenzia dunque – prosegue il Garante – l’assenza di motivi ostativi per le Asl alla concessione dello svolgimento di tali servizi non coperti da riserva di legge anche alle parafarmacie».
Ma non è tutto: l’Autorità ha anche rilevato che «i suddetti ostacoli risultano anche incoerenti con le linee guida in materia di “Sistema CUP” prospettate a livello nazionale e regionale», dal momento che esse «evidenziano l’importanza di “realizzare un’offerta più ampia possibile di canali di accesso, al fine di garantire il più elevato livello possibile di fruibilità per il cittadino”. Escludere alle parafarmacie la possibilità, riconosciuta alle farmacie, di offrire tali servizi è lesivo delle norme e dei principi a tutela della concorrenza». E genera «ricadute negative anche sui consumatori i quali vengono privati di un potenziale ulteriore canale di accesso». In conclusione, il Garante ha spiegato di auspicare «che le osservazioni qui formulate siano prese in considerazione al fine di orientare in senso proconcorrenziale i rapporti tra ASL e parafarmacie», e ha invitato «a comunicare, entro un termine di quarantacinque giorni dalla ricezione del presente parere, le determinazioni assunte con riguardo alle criticità concorrenziali evidenziate».

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