Studi a prezzo scontato e incentivi, la procura apre un’inchiesta. Tra le ipotesi di reato quella di truffa ai danni del servizio sanitario nazionale
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Si accendono i fari della procura sui rapporti quantomeno “discutibili” tra medici di famiglia e farmacisti. Tra chi metterebbe adisposizione (talvolta gratuitamente) gli appartamenti destinati agli ambulatori e chi, dall’altra parte, ricambierebbe con iper-prescrizioni di medicinali
Ipotesi di corruzione
Tant’è che il sostituto procuratore Francesco Pinto ha aperto un fascicolo, e tra le varie ipotesi di reato, oltre alla truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, prenderebbe in considerazione anche la corruzione: un farmacista (in qualità di incaricato di pubblico servizio perché gestisce per conto dello Stato il servizio farmaceutico) avrebbe “incentivato” alcuni medici (pubblici ufficiali) a trasferirsi e concentrarsi nei locali soprastanti la sua farmacia.
Gli inquirenti starebbero compiendo accertamenti su eventuali benefici — denaro o altri beni—completamente ingiustificati se non da un rapporto illecito. L’inchiesta potrebbe riservare qualche altra sorpresa, soprattutto dagli accertamenti sui conti correnti degli uni e degli altri.
Eppoi, i medici versano la rata di affitto? O lo pagano a prezzi stracciati? È pur vero che la presenza di uno studio di mutualisti nello stesso edificio della farmacia, pratica ormai diffusa, non ha nulla di illecito e può solo essere oggetto di discussioni “deontologiche”.
Senza dimenticare la comodità rappresentata per il paziente. Ma l’indagine della Procura della Repubblica potrebbe alzare il coperchio su questo universo sommerso, “chiacchierato” soprattutto nei rapporti tra le due categorie. Si potrebbe passare dai semplici sospetti agli affari veri tra medici di famiglia, titolari delle farmacieed ancora con le ind ustrie di medicinali. Sulla vicenda stanno compiendo accurate indagini i Nas, guidati dal capitano Gian Mario Carta.
I carabinieri si sono mossi dopo l’esposto presentato dal presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Genova due anni fa: «Ho dato seguito ad una denunciaperaltro pervenuta da un collega farmacista di San Fruttuoso – conferma Felice Ribaldone. Come ordine professionale non possiamo fare altro, anche se potremmo fornire un contributo notevole; in alcuni casi, come persona informata sui fatti, mi sono proposto all’azione istruttoria della magistratura».
Nel caso sotto esame della procura, il presidente dell’Ordine sottolinea che il farmacista di San Fruttuoso ha messo nero su bianco lo spostamento di alcuni studi medici da un posto all’altro, nella stessa zona enel giro di poche settimane. «Il collega ha ritenuto che vi fossero collusioni tra medici efarmacista – sottolinea Ribaldone – infatti, a seguito dei trasferimenti aveva subito un notevole calo di ricette nel suo esercizio, mentre di pari passo era incrementato il volume di affari dell’altro».
L’inchiesta della Procura della Repubblica e dei Nas è accompagnata da un’indagine interna della Asl Tre.
Tant’è che il Servizio Assistenza Farmaceutica Convenzionata ha accertato la lievitazione del fatturato in alcune farmacie, coincidenti con alcuni traslochi ed oscillazioni significative di iper-prescrizioni da parte dei medici che hanno gli ambulatori nello stesso edificio. E la responsabile del settore, Adele Coccini, ha preso il codice deontologico dei farmacisti e lo ha trasmesso a tutti i professionisti genovesi: «Perché -spiega la dirigente -fosse tenuto un comportamento corretto. Altro non possiamo fare».
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