Emilio Croce, presidente dell’Ente nazionale di previdenza dei farmacisti (ENPAF), ha partecipato ad un’audizione presso la commissione Lavoro della Camera dei deputati, nell’ambito della discussione sulla risoluzione presentata dal parlamentare del M5S Matteo Dall’Osso. Quest’ultimo chiede di rivedere il sistema previdenziale, in particolare per i collaboratori di farmacie e parafarmacie, costretti a pagare le quote previste all’ENPAF nonostante i loro redditi siano già soggetti a contribuzione Inps. Il deputato chiede inoltre di sollevare dal pagamento i disoccupati, restituendo loro anche quanto versato nel corso degli anni successivi all’inizio della crisi finanziaria.
Croce ha opposto un rifiuto netto alle ipotesi paventate da Dall’Osso, spiegando ai membri della commissione che «l’ENPAF, al pari di tutte le casse di previdenza dei professionisti, è un ente la cui appartenenza è obbligatoria per tutti gli iscritti agli albi professionali tenuti presso gli ordini provinciali, in forza di quanto dispone il decreto legislativo 233 del 1946, anche in presenza di ulteriori obblighi nei confronti dell’Inps. L’iscrizione all’ordine e quella alla cassa sono dunque inscindibili, non solo per i farmacisti ma per tutti gli esercenti le professioni sanitarie, anche in caso di lavoro subordinato». Ciò, ha proseguito il presidente dell’ENPAF, «trova la sua ragione nella comunanza degli interessi degli iscritti, affinché ciascuno concorra a sostenere il costo delle prestazioni erogate, a beneficio dell’intera categoria. Costo che quest’anno sarà di 155 milioni di euro».
Il dirigente ha poi ricordato come l’ente abbia già proposto diminuzioni della contribuzione per chi è dipendente e per chi è in stato di disoccupazione, attraverso la possibilità di richiedere la diminuzione dei versamenti. A tali categorie è infatti «riconosciuta la facoltà di optare o per la riduzione del contributo previdenziale, oppure per la contribuzione di solidarietà (che non dà diritto a maturare trattamento pensionistico)». Nel caso di versamento ridotto «il contributo previdenziale obbligatorio ammonta a 660 euro l’anno, 55 euro al mese», ha specificato. E qualora il farmacista dipendente «abbia optato per il versamento della contribuzione di solidarietà, l’onere è pari a 132 euro l’anno, quindi 11 euro al mese». Per i disoccupati, inoltre, Croce ricorda che essi «versano 44 euro l’anno a titolo di contributo di solidarietà. È vero che ciò vale solo per i primi 5 anni di disoccupazione, ma è anche vero che l’ente è in procinto di estendere di ulteriori due anni il periodo. Senza dimenticare che è possibile decidere di non rimanere iscritti all’ordine durante la disoccupazione, e di reiscriversi quando si è trovato un posto di lavoro».
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