contraffazione farmaceuticaGrazie alla sinergia tra professione, università, istituzioni e territorio nasce a Bari il primo master di II livello su “Contraffazione dei prodotti farmaceutici, sanitari e diritto alla salute”, targato Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco, in collaborazione con l’Ordine professionale.
Questa mattina il master è stato presentato nella sala Aldo Cossu dell’Ateneo barese dal rettore, Antonio Uricchio, dal direttore del Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco, Roberto Perrone, dal presidente dell’Ordine interprovinciale dei Farmacisti di Bari e Bat, Luigi D’Ambrosio Lettieri, dal generale dei NAS, Cosimo Piccinno, dal prefetto di Bari, Antonio Nunziante e dal tenente colonnello della GdF, Pietro Romano.
Insieme all’Ordine dei Farmacisti di Bari e Bat, l’Università di Bari si fa quindi pioniera della formazione in un settore di particolare delicatezza per le diverse implicazioni di carattere sanitario, sociale, legale ed economico che sviluppa.
“La contraffazione, infatti”, ha sottolineato il sen. D’Ambrosio Lettieri, componente della Commissione Sanità del Senato, dove è stato promotore di una indagine conoscitiva sul tema della contraffazione e dell’e-commerce farmaceutico, “minaccia le nostre imprese e, di conseguenza, l’occupazione, rappresenta un serio pericolo per la salute pubblica laddove riguarda i farmaci, provoca gravi iniquità sociali perché diventa terreno fertile per lo sfruttamento del lavoro nero, destabilizza il mercato con la concorrenza sleale, contiene in sé fattori ad alta potenzialità criminogena favorendo il riciclaggio delle risorse illecite (le organizzazioni criminali per ogni 100 dollari investiti, ne guadagnano 20mila nel mercato dell’eroina e ben 400mila in quello dei medicinali contraffatti), crea grave danno allo Stato e ai cittadini onesti andando ad incrementare l’evasione fiscale: insomma è un fenomeno non solo da monitorare costantemente e da contrastare con un’azione repressiva, ma da governare e abbattere con lo strumento prezioso della prevenzione. E la prevenzione passa anche per la formazione”.
Di qui l’importanza del master che per la prima volta in Italia fa entrare nelle aule della formazione post laurea il fenomeno della contraffazione farmaceutica per dotare i professionisti di tutti gli strumenti idonei a comprenderne la genesi e a contrastarne il dilagare, favorendo la nascita di nuove specializzazioni. “Perché”, hanno sostenuto all’unisono il rettore Uricchio e il direttore Perrone, “è importante fornire risposte immediate alle esigenze e agli stimoli che provengono dal mondo delle professioni. I nostri master – questo è il quinto nel settore della Farmaceutica – non sono costruiti sul nulla, ma sono il frutto di un metodo di collaborazione interistituzionale e interdisciplinare sperimentato sul campo, laddove la pubblicazione scientifica diventa funzionale non solo alla innovazione del pensiero e della ricerca, ma anche all’aumento della occupazione”.
Un metodo, quello delle sinergie tra mondo delle professioni, agenzia formativa e territorio che va sempre più incentivato e sostenuto, come dimostra la convenzione stipulata proprio tra Università di Bari e Ordine dei Farmacisti. E non a caso, ricorda d’Ambrosio Lettieri, uno dei punti rilevanti della relazione conclusiva dell’indagine conoscitiva realizzata in Commissione Sanità del Senato, è proprio la proposta di una azione sistematica di formazione degli operatori.
La messa n rete delle competenze passa anche dalla preziosa collaborazione del Nucleo Antisofisticazioni dell’Arma dei Carabinieri. “Il mercato dei farmaci contraffatti”, ha ricordato il generale Piccinno, vale 50miliardi di euro all’anno. Il 30-50% del mercato totale è in Africa, l’1% in Europa e lo 0,1% in Italia, dove i numeri sono destinati a crescere proprio a causa della importazione dei principi attivi da altri Paesi”.
Dal 2012 ad oggi i NAS hanno sequestrato 7,5 tonnellate di materie prime farmacologicamente attive provenienti illegalmente da Giappone, Cina, India, Messico e Taiwan, per un valore di 2 milioni di euro.
Dunque, l’Università degli Studi Aldo Moro si fa antesignana di una offerta formativa non solo di qualità, ma di forte aderenza alle esigenze professionali e ai fenomeni sociali che necessitano di risposte e competenze sempre più adeguate.

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