Il presidente nazionale di Farmacieunite, Federico Conte, esprime preoccupazione per le proposte avanzate in alcune regioni italiane riguardo alla distribuzione dei farmaci e all’allargamento della Dpc. Conte ribadisce che, pur accogliendo favorevolmente i nuovi servizi, incluso l’uso di tecnologie avanzate, è fondamentale non dimenticare la mission principale della farmacia: la dispensazione del farmaco. La pandemia ha rafforzato il ruolo della “Farmacia dei servizi”, nata nel 2009, ma il cuore della farmacia deve rimanere il farmaco, garantendo un servizio moderno ed efficiente basato su una sostenibilità economica.
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Servizi professionalizzanti e sostegno al ruolo sociale delle farmacie
Alcuni servizi offerti dalle farmacie, come i tamponi e le vaccinazioni rimborsate dal Ssn, contribuiscono a migliorare la reputazione delle farmacie, accrescendo il loro ruolo sociale e inclusivo. Tuttavia, tali servizi devono affiancare e non sostituire la dispensazione del farmaco. Secondo Conte, le attività proposte, nella forma attuale, non sono remunerative e comportano difficoltà nella gestione della farmacia, richiedendo un notevole impiego del personale, sempre più prezioso considerando la carenza di farmacisti. Come evidenziato dal dirigente, le farmacie non possono sostenersi solo con i servizi, che non devono sostituire la migliore gestione del farmaco.
Preoccupazioni sulle ripercussioni delle nuove proposte organizzative
Conte esprime preoccupazione per le recenti vicende legate al rinnovo dell’accordo Dpc e servizi in Emilia Romagna. Egli critica la decisione di far transitare in Dpc medicinali appartenenti a categorie terapeutiche di uso territoriale e, come contropartita, caricare alla farmacia molti servizi senza una remunerazione adeguata. Secondo il Presidente di Farmacieunite, tale scelta è ingiusta e avrà ripercussioni disastrose non solo per le farmacie, ma anche per i cittadini, che potrebbero dover tornare più volte in farmacia per ottenere i soliti farmaci, con possibili ripercussioni sull’aderenza terapeutica. Conte auspica che la Regione Emilia Romagna riconsideri la proposta, sottolineando il rischio di compromettere un sistema di distribuzione del farmaco riconosciuto come efficiente.
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