«FarmacieUnite ha ricevuto l’ordinanza del Consiglio di Stato circa la richiesta di legittimità dell’accordo stipulato lo scorso 11 dicembre tra la Regione Emilia – Romagna e le farmacie per l’esecuzione di test antigenici rapidi in farmacia». Il sindacato territoriale annuncia così la notizia che conferma la possibilità per il farmacista di erogare il servizio di test antigenico. «In tale ordinanza – evidenzia Farmacieunite – il Consiglio di Stato afferma infatti che il test deve essere effettuato direttamente da personale abilitato e, accogliendo le tesi proposte dai rappresentanti dei farmacisti, ritiene che il farmacista sia compreso tra il personale abilitato».

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La ricostruzione della vicenda

In merito alla vicenda, Farmacieunite ricorda che «l’Ordine dei Biologi, dopo l’ordinanza del 09 febbraio 2021 del Tar dell’Emilia Romagna che aveva respinto la richiesta di sospendere l’accordo tra la Regione Emilia-Romagna e leaAssociazioni di categoria delle farmacie convenzionate circa l’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi in farmacia, si è rivolto al Consiglio di Stato per contestare anche in quella sede la legittimità dell’esecuzione di tale test da parte dei farmacisti e rinnovare la richiesta di sospensione». In sostanza, spiega il sindacato «l’ordine dei Biologi sostiene in causa che, in assoluto, non rientri nelle competenze professionali dei farmacisti, né l’atto materiale del prelievo del campione biologico, né la sua analisi, per quanto effettuata attraverso il semplice utilizzo di un reagente già predisposto dal fabbricante; sostiene inoltre, con riferimento allo specifico caso dei test eseguiti in Emilia Romagna, che il prelievo del campione biologico materialmente effettuato dal paziente, seppur sotto la vigilanza del farmacista, non garantisca una sua corretta esecuzione, e generi, pertanto, il rischio di falsi negativi».

Le conclusioni del Consiglio di Stato

Ciò «è stato ritenuto fondato dal Consiglio di Stato – sottolinea Farmacieunite – che ha accolto le rimostranze dell’Ordine Nazionale dei Biologi “nei limiti in cui il provvedimento impugnato consenta che il predetto test rapido nasale per la rilevazione dell’antigene del coronavirus, non venga eseguito da personale abilitato, ma dallo stesso paziente, in quanto ciò può determinare un esito incerto, sotto il profilo scientifico. Il Consiglio di Stato, pertanto, ha affermato che il test deve essere effettuato direttamente da personale abilitato, tuttavia, accogliendo le tesi proposte dai rappresentanti dei farmacisti – e disattendendo il principale rilievo sollevato dall’Ordine dei Biologi – ha ritenuto che in tale personale abilitato possa rientrare anche il farmacista».

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