Un appello accorato per garantire dignitose condizioni di lavoro a tutti i professionisti del settore sanitario è stato presentato alla 75th World Health Assembly da sei Organizzazioni rappresentanti professionisti e studenti del comparto Salute. A firmare la dichiarazione congiunta rivolta alla World Health Assembly, l’organo decisionale dell’Oms, che si è riunito nella conferenza annuale svoltasi a Ginevra dal 22 al 28 maggio 2022, sono state l’International pharmaceutical federation, l’International pharmaceutical students’ federation, la World medical association, la FDI World dental federation, la World confederation for physical therapy e l’organizzazione no profit March of Dimes. L’intervento ha esordito presentando l’attuale scenario, che richiede azioni concrete da parte delle autorità: «La forza lavoro è il cuore dei sistemi sanitari. La carenza di personale sanitario aumenterà con la pandemia che esacerba il problema. A causa delle crescenti disuguaglianze educative, i futuri professionisti sanitari hanno smesso di studiare o hanno ricevuto un’istruzione inferiore agli standard, aumentando ulteriormente il gap e l’ampliamento delle lacune delle competenze. La governance delle questioni relative alle risorse umane della Sanità è sempre più complessa e desideriamo vedere l’Oms svolgere un ruolo centrale per aumentare la coerenza tra le iniziative».

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Condizioni di lavoro e qualità dell’assistenza

Proseguendo, le sei Organizzazioni hanno sottolineato le inevitabili ripercussioni di inadeguate condizioni di lavoro sulla qualità dell’assistenza fornita al paziente. «L’erogazione di servizi sanitari di alta qualità dipende da ambienti che supportano dignitose condizioni di lavoro. Durante la pandemia, il personale sanitario ha lavorato per lunghe ore, ha affrontato violenze ingiustificabili e ha visto un peggioramento della salute mentale lavorando sotto pressione». A questo proposito è stato anche ricordato come spesso i professionisti in formazione e a inizio carriera vengano utilizzati come sostituti o inviati nelle condizioni di lavoro più difficili. «È fondamentale – affermano le Organizzazioni – che non vengano sfruttati e messi impreparati in situazioni pericolose, per la loro sicurezza e quella dei pazienti». L’appello passa poi a ribadire le conseguenze dei tagli economici al settore sanitario. «Gli investimenti insufficienti hanno portato al deterioramento delle condizioni di lavoro. La “protection and performance” della forza lavoro della Sanità richiede strategie giuridicamente vincolanti per garantire la sicurezza del personale sanitario soprattutto in contesti ad alto rischio, comprese le aree rurali».

«Servono politiche e investimenti»

A sostenere la forza lavoro sanitaria, come chiedono a gran voce le Organizzazioni firmatarie della dichiarazione all’Oms, devono esserci politiche e investimenti dedicati al settore. «Gli Stati dovrebbero mobilitare investimenti per trattenere gli operatori sanitari nella professione e nel loro paese, fornendo il supporto di cui hanno bisogno per raggiungere i loro obiettivi. A questo fine servono strategie che includano protezione, risorse, formazione, sviluppo della carriera e compensi equi. Le associazioni sanitarie nazionali e gli Stati membri devono implementare il codice internazionale per il reclutamento di personale sanitario. Gli Stati membri devono inoltre migliorare la sicurezza e la sostenibilità della forza lavoro attraverso responsabilità e strumenti che consentano il processo decisionale basato sui dati. Vanno adottati meccanismi legalmente vincolanti per difendere i diritti della forza lavoro, compresi quelli di tutti i gruppi in cerca di equità, riducendo al minimo le barriere istituzionali, inclusi i pregiudizi».

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