concorso straordinario abruzzoIl concorso per l’assegnazione di 52 nuove farmacie e di 33 sedi vacanti nella regione Abruzzo è ancora bloccato. A riferirlo è il quotidiano locale Il Centro, che ricorda come a partecipare al bando siano state 1.223 persone (di cui 522 in forma associata). Farmacisti che rimangono ancora in attesa di una risposta, e che per questo «hanno inviato in Regione l’ennesima lettera con richieste di spiegazioni e chiarimenti».
In essa si chiede una comunicazione ufficiale «sulla reale situazione dell’iter, così da poter scegliere per il proprio futuro». I farmacisti concorrenti hanno inoltre sottolineato, riferisce il giornale, che «la maggior parte delle Regioni, pur tra mille difficoltà e ricorsi, hanno pubblicato la graduatoria, alcune di esse hanno assegnato le sedi e “addirittura” in altre stanno per aprire. In un momento di ristrettezza economica e lavorativa come quella attuale è un compito e un dovere da parte della politica sbloccare un concorso che dà la possibilità a diverse figure, oltre al farmacista, di trovare occupazione senza alcun costo per le casse della collettività (si pensi agli elettricisti, idraulici, muratori, pittori, falegnami che dovrebbero realizzare gli adeguamenti dei locali, ai commercialisti che dovrebbero occuparsi della contabilità, ai locali che tornerebbero ad essere locati e non più sfitti). Oltre a ciò, tale ritardo nega un sacrosanto diritto alla salute a tutti gli abitanti di quei piccoli comuni che oggi sono privi di un indispensabile e necessario servizio farmaceutico».
Al momento esisterebbe una graduatoria provvisoria, e gli uffici sarebbero al lavoro nella fase di verifica dei requisiti dei candidati. Resta il fatto, però, che – secondo le informazioni riferite dal giornale abruzzese – la gara è già iniziata «con 18 mesi di ritardo per l’impossibilità di nominare una commissione», dopo che gli ordini provinciali dei farmacisti avevano sottolineato alcuni problemi nella nomina dei membri. Superato questo ostacolo, una nuova difficoltà è arrivata, prosegue Il Centro, «da qualche dirigente regionale, restio a entrare in commissione perché il decreto sulla spending review non prevede compensi».

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