concorso per specializzazione medica«Se il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca non dovesse riconoscere il parere del Consiglio di Stato, che ha stabilito l’immediato ingresso in specializzazione di 300 medici, tornando a chiedere un nuovo parere al Tar, ci troveremmo di fronte a un precedente inaccettabile di arroganza e prevaricazione istituzionale che consideriamo inaccettabile». Ad affermarlo sono i deputati del Movimento 5 Stelle che siedono in commissione Cultura, secondo i quali la richiesta di un ulteriore passaggio legale da parte del ministero costituirebbe «uno scenario mai verificatosi prima, soprattutto dopo un’avvenuta pronuncia».
Al centro del contendere la questione del cosiddetto “concorso truffa” per l’ingresso nelle scuole di specializzazione medica, che ha visto scendere in piazza centinaia di aspiranti specialisti, che si sono ritenuti penalizzati da un errore informatico (problema che, inizialmente, aveva convinto il governo ad annullare la prova). Qualora la decisione fosse di ricorrere nuovamente al tribunale, proseguono i parlamentari, «ci troveremmo di fronte al crollo del principio di integrità e responsabilità delle istituzioni coinvolte, nonché all’aggiramento degli organi di giustizia amministrativa in nome dei capitoli di bilancio. Si sta deliberatamente ed impunemente contravvenendo al parere della giustizia con una decisione che espone lo Stato ad una denuncia alla Corte dei Conti».
Per il M5S, infatti, «al danno economico già ingente si sommerebbe la richiesta di interessi e risarcimento danni». Per questo, concludono i deputati, la gestione della vicenda «rischia di compromettere la democrazia di un Paese traghettandolo verso una nuova dittatura, sottile e silenziosa, che non riconosce l’autorità della Carta costituzionale e nega il diritto allo studio, al lavoro e alla salute». Nei giorni scorsi la senatrice M5S Enza Blundo aveva annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Stefania Giannini, proprio in riferimento al concorso dello scorso ottobre: «Deve assumersi la responsabilità politica di ciò che è avvenuto e andare a casa. Prima che possa fare altri danni, vogliamo che faccia un passo indietro».

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