Come riportato ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it, all’interno del disegno di legge Lorenzin è stato approvato di un emendamento secondo il quale «il punteggio massimo di cui all’articolo 5, comma 1, lettera b), del decreto del presidente del Consiglio dei ministri, 30 marzo 1994, n. 298 è da intendersi comprensivo dell’eventuale maggiorazione prevista dall’articolo 9 della legge 8 marzo 1968, n. 221». Il che significa che non potrà essere sforato il limite complessivo di 35 punti attribuibili a ciascun candidato, al contrario di quanto indicato dal Consiglio di Stato in una sentenza divenuta ormai celebre.
La notizia aveva suscitato la reazione del Sunifar, secondo il quale «la misura è purtroppo diversa da quella che avevamo sollecitato in favore dei colleghi che da anni operano nelle zone rurali e attendono i concorsi per spostarsi». Lo stesso sindacato aveva aggiunto che il ministero si è reso disponibile a valutare altre iniziative in favore della ruralità. Nel frattempo, però, a livello parlamentare l’obiettivo sembra quello di cercare di garantire che la nuova norma venga effettivamente introdotta nell’ordinamento. Il Ddl Lorenzin, come noto, non è infatti ancora legge: esso dovrà passare ancora una volta al vaglio del senato, dal momento che la Camera ha approvato alcune modifiche al testo licenziato in un primo momento da Palazzo Madama. È probabilmente per questo che un emendamento di identico tenore è stato presentato anche alla legge di Bilancio. «Protagonisti – riferisce il Sole 24 Ore – sono i senatori Molinari (primo firmatario), Bencini e Maurizio Romani. Il testo dell’emendamento è il seguente: “Dopo il comma 11, aggiungere il seguente: 11-bis. Il punteggio massimo di cui all’articolo 5, comma 1, lettera b), del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 30 marzo 1994, n. 298 è da intendersi comprensivo dell’eventuale maggiorazione prevista dall’articolo 9 della legge 8 marzo 1968, n. 221”». Secondo il quotidiano economico, «alle firme se ne assoceranno sicuramente delle altre, dal momento che in Senato siedono autorevoli esponenti del sistema farmaceutico italiano, che certamente avranno a cuore l’immediata apertura delle farmacie bandite attraverso gli anzidetti concorsi, bloccati a causa di un’incerta interpretazione delle norme, cui l’emendamento metterebbe la parola fine, anche relativamente ai numerosi contenziosi in atto».
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