
Per quanto riguarda in particolare la figura del farmacista, prosegue la federazione, «questa auspicata riforma deve a nostro avviso garantire e migliorare l’aggiornamento professionale senza ignorare, come in passato, le difficoltà strutturali che i farmacisti collaboratori hanno sempre affrontato. Allo stesso tempo gli organi regolatori, gli enti di controllo e la categoria datoriale dovrebbero mettere mano alla riorganizzazione del lavoro per permettere un aggiornamento di qualità». Secondo i farmacisti non titolari, infatti, non è possibile invocare «il ruolo determinante delle competenze del farmacista e del loro aggiornamento, con le ovvie ricadute positive sulle aziende, ma di fatto ritrovarci ad un aggiornamento relegato alle ore notturne della giornata o a spicchi di weekend (visto l’aumento degli orari di apertura e la flessibilità diffusamente richiesta)».
«Sfidiamo chiunque – aggiunge Conasfa – a poter garantire negli anni un adeguato livello di apprendimento in queste condizioni, col concomitante rischio di spingere i professionisti a ricorrere “per una parte della formazione” a delle soluzioni di scarso profilo». L’invito lanciato dall’associazione è, di conseguenza, rivolto alla nuova commissione ECM, affinché «coinvolga la parte datoriale e le rappresentanze dei farmacisti dipendenti in un serio lavoro di squadra per non vanificare, nei prossimi anni, capacità ed entusiasmi sul campo, che risultano vitali per affrontare le sfide già aperte nella nostra professione e nel mondo del lavoro».
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