Gran parte dei pazienti con malattia dell’occhio secco dovrebbe instillare colliri lubrificanti a base di acido ialuronico ad alto peso molecolare e basso indice di polidispersione. Tali caratteristiche potrebbero sussistere anche per quei colliri a bassa concentrazione di acido ialuronico e presenza di copolimeri, i quali possono aumentare la viscosità delle gocce instillate. Ma questa correlazione fisico-chimica tra acido ialuronico e copolimeri deve essere soggetta a ulteriori indagini. Sono questi i risultati dello studio “Physicochemical Properties of Hyaluronic Acid–Based Lubricant Eye Drops” pubblicato lo scorso novembre sulla rivista scientifica “Translational vision science & technology” edita dalla Association for Research in Vision and Ophthalmology, portato a termine dal team di ricercatori diretti dal Prof. Pasquale Aragona, del Dipartimento di scienze biomediche dell’Università degli Studi di Messina.

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Ebbene, secondo quanto rilevato dai ricercatori, il peso molecolare medio di acido ialuronico variava notevolmente tra le formulazioni disponibili in commercio. L’indice di polidispersione era di 0,02 in due formulazioni (2,28 e 4,94), suggerendo la presenza di un copolimero e /o la variabilità delle dimensioni di acido ialuronico. Tre formulazioni hanno mostrato invece una viscosità superiore alla soglia di offuscamento (blur threshold) a diverse velocità di taglio. La viscosità a basse velocità di taglio era generalmente più elevata nelle formulazioni contenenti acido ialuronico ad alto peso molecolare. Inoltre, sono state trovate correlazioni tra viscosità osservata e un valore predittivo/calcolato, ad eccezione di quattro formulazioni contenenti copolimero e osmolarità (intervallo, 154–335 mOsm / kg) e concentrazione di sodio (intervallo, 22–183 mM), con due eccezioni. Rispetto agli osmoliti organici, l’aggiunta di sodio ha ridotto la viscosità, in particolare a basse velocità di taglio.

Quanto ai preparati oggetto di analisi, sono stati analizzati «il peso molecolare medio e l’indice di polidispersione di acido ialuronico – si legge nello studio – in 18 lacrime artificiali disponibili in commercio, mediante trattamento con l’enzima Ialuronidasi e HPLC (High Performance Light Cromatography). Da questi trattamenti si è dedotto il contributo che dà il copolimero al peso molecolare complessivo evidenziando il reale peso molecolare dell’acido ialuronico e la correlazione tra viscosità e soglia di offuscamento (blur threshold). Da ciò si è ricavato che in 6 colliri lubrificanti su 18 il peso molecolare totale è influenzato dal copolimero e, mediante analisi reologica, si è valutata la viscosità e la blur threshold in base allo shear rate. Un buon lubrificante deve quindi avere alta viscosità che diminuisce all’aumentare dello shear rate».

Articolo pubblicato in collaborazione con Ursapharm S.r.l.

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