In occasione della United european gastroenterology week 2025, Johnson & Johnson ha presentato i risultati a 48 settimane dello studio clinico di Fase 3 denominato Astro, condotto su pazienti adulti affetti da colite ulcerosa attiva di grado da moderato a severo. La ricerca ha valutato l’efficacia di guselkumab, un anticorpo monoclonale, somministrato per via sottocutanea sia come terapia di induzione che di mantenimento. I dati hanno dimostrato il raggiungimento di tassi di remissione clinica ed endoscopica clinicamente significativi, proponendo guselkumab come il primo inibitore della interleuchina-23 a mostrare risultati solidi con un protocollo di trattamento interamente sottocutaneo.
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Regime terapeutico con marcata flessibilità
I risultati indicano che un regime completamente sottocutaneo può generare benefici clinici ed endoscopici rilevanti che si mantengono per un periodo di 48 settimane, supportando un controllo della patologia sul lungo termine. Guselkumab agisce bloccando selettivamente l’interleuchina-23, una citochina implicata nei processi infiammatori di malattie immuno-mediate come la colite ulcerosa. I dati a 48 settimane seguono quelli positivi già osservati a dodici settimane. Le analisi mostrano che le percentuali di remissione clinica hanno raggiunto il 36,7 per cento e il 42,9 per cento con i due diversi dosaggi di mantenimento, a confronto con il 7,2 per cento del gruppo placebo. La remissione endoscopica è stata osservata nel 25,9 per cento e nel 26,4 per cento dei pazienti in trattamento, rispetto al 5 per cento del placebo. Risposte clinicamente significative sono state registrate anche in sottopopolazioni di pazienti, inclusi quelli naive a terapie biologiche e a inibitori Jak, e in pazienti refrattari a tali trattamenti.
Soluzioni che possano portare outcome significativi
Esi Lamousé-Smith, MD, Phd, Vice President, Gastroenterology Disease Area Lead, Immunology di Johnson & Johnson Innovative Medicine, ha evidenziato che «questi risultati riflettono il nostro impegno per offrire nuove soluzioni che possano portare outcome significativi offrendo agli operatori sanitari e ai loro pazienti maggiori opzioni terapeutiche. Guselkumab è oggi l’unico inibitore dell’Il-23 che offre la possibilità di induzione per via sottocutanea nella malattia di Crohn, e i risultati dello studio Astro, confermando quanto osservato con l’induzione per via endovenosa nello studio di Fase 3 Quasar, supportano il nostro obiettivo di estendere l’opzione di induzione sottocutanea anche per la colite ulcerosa».
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