cloud farmaciaDopo aver sentito il parere degli esperti interpellando quattro delle più importanti software house per farmacie e aver ascoltato il giudizio di alcuni colleghi, FarmaciaVirtuale completa il percorso di approfondimento sul cloud farmacia, per dare spunti di suggestione e riflessione su questa tecnologia di cui si parla sempre più spesso.

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Dai precedenti contributi sono emersi i vantaggi in termini di backup, aggiornamenti dei software e risparmio di tempo, ma forti perplessità per l’assenza di infrastrutture sul territorio capaci di dare garanzia di continuità per la copertura Internet e ambivalenza sul fronte della sicurezza dei dati, della privacy e di possibili hackeraggi. Abbiamo chiesto ai lettori di FarmaciaVirtuale di esprimere il proprio parere, di dirci se conoscono il cloud computing e se lo utilizzerebbero nella propria farmacia, spiegando i motivi di assenso o refrattarietà.

Dal campione di un centinaio di utenti che hanno partecipato al sondaggio, il quadro emerso anche in questo caso è di ambivalenza mista a scetticismo. Per quel che riguarda la conoscenza, la stragrande maggioranza, l’80%, afferma di aver sentito parlare del cloud farmacia, anche grazie alle informazioni fornite da FarmaciaVirtuale, il 6% è incerto e il 15% ne ignorava l’esistenza. Sul fronte della disponibilità a utilizzare un software basato sul cloud computing nella propria farmacia, invece, è l’incertezza a farla da padrone. Se una percentuale pressoché equivalente si divide tra chi risponde “Sicuramente” (24%) e chi dice invece “Assolutamente no” (21%), più della metà, il 56%, risponde “Forse, ma ho qualche dubbio”.

Diverse le motivazioni espresse, sia pro che contro. Tra i favorevoli, c’è chi dice che utilizzerà il cloud  farmacia perché «mi fa risparmiare sull’hardware non essendo necessario cambiare di continuo le macchine», «mi fa risparmiare sul software, spero», «mi elimina la necessità degli aggiornamenti quotidiani». Insomma, minori esigenze di gestione e maggiori possibilità di recuperare i dati. C’è poi chi parla di evoluzione da accogliere traendone i benefici, «è il futuro se non il presente di tutti i programmi», chi confida in minori crash del sistema, in maggiore sicurezza dei dati con minori costi, perché «la sicurezza in farmacia è sempre approssimativa. Un provider, invece, fornisce – quasi sempre – un elevato livello di sicurezza». E ancora, c’è chi ne sottolinea l’utilità e la comodità, anche legate alla portabilità, all’acceso ai dati della farmacia anche quando si è all’esterno.

Anche tra i favorevoli non manca però chi mette in rilievo quella che agli occhi dei detrattori è la madre di tutte le criticità: la continuità della rete. C’è refrattarietà a «dover dipendere al cento per cento dalle telecomunicazioni quasi mai ottimali» e permangono i dubbi sulla possibilità o meno di poter operare anche off line, senza dover aspettare il ripristino delle comunicazioni. «Il problema è ancora l’affidabilità – e la velocità – di Internet allo stato attuale. Senza fibra ottica, il cloud computing è impensabile, e in Italia, da questo punto di vista, non siamo ancora nemmeno all’età della pietra!», sostiene un lettore. Ovviamente, il problema si accompagna quindi al discorso sui possibili costi; c’è chi parla della necessità di «avere più linee con costi maggiori, vedo le banche che non riescono a far nulla quando non hanno linea, per la farmacia sarebbe una tragedia» e chi
cita «costi di infrastruttura software forse più elevati con pochi benefici in generale». Una delle parole chiave è la “sicurezza”, sia per quel che riguarda appunto la garanzia della rete che per quel che concerne la protezione dei dati, come ben riassunto dalle parole di un lettore: «Non utilizzerò il cloud fino a quando non avrò due certezze: la velocità e stabilità del sistema, assoluta riservatezza e inaccessibilità dei dati». Se c’è chi non esita a definire il cloud farmacia «una trappola di marketing», il sentimento generale prevalente nei contrari a questa tecnologia è il timore e l’assenza di fiducia, il «preferisco avere il server in farmacia». E non manca chi si spinge anche oltre, a indizio di come la tutela dei dati sensibili nella società dell’informazione e del Grande Fratello rimanga uno dei punti più delicati e ancora insoluti: «Non utilizziamo alcun tipo di software che preveda che vi siano dati aziendali di interesse strategico su server esterni all’azienda. Nemmeno le fidelity card».

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