«A queste condizioni non possiamo garantire la disponibilità dei farmaci nelle consuete modalità». È l’allarme lanciato da Federfarma Servizi, a distanza di tre mesi dall’appello dello scorso marzo, alla luce del persistere delle problematiche legate al notevole incremento dei costi energetici e di carburante. Per far fronte alle problematiche la sigla ha anche costituito un’unità di crisi con rappresentanti delle proprie associate «per la gestione delle gravissime difficoltà economiche in corso per il comparto». Il fine è di «introdurre immediatamente improrogabili misure economiche congiunturali e strutturali in grado di salvaguardare il servizio pubblico finora garantito alla cittadinanza con l’encomiabile lavoro svolto dal comparto».

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A rischio la sostenibilità della società

Antonello Mirone, presidente dell’associazione, ricorda che «negli ultimi due anni e mezzo abbiamo lavorato incessantemente per assicurare la disponibilità nelle farmacie di ciò che è stato necessario alla collettività per affrontare un’epocale emergenza sanitaria, nonostante per il nostro settore ci siano state importanti diseconomie». Secondo il dirigente «i recenti rincari del costo del carburante e dell’elettricità mettono definitivamente a rischio la sostenibilità delle nostre società. Senza interventi di sostegno a breve e lungo periodo, il nostro segmento della filiera del farmaco, fondamentale per garantire la salute pubblica, sarà costretto a ridurre frequenza e rapidità delle consegne alle quali siamo tutti abituati». Mirone prosegue evidenziando che «abbiamo garantito che in farmacia arrivassero 2,4 milioni di vaccini, circa 17 milioni di tamponi e test e più di 160 milioni di mascherine. Abbiamo aiutato il Paese a superare le fasi più dure della pandemia, con grandi sacrifici economici in nome della nostra coscienza sociale e sensibilità sanitaria. Le nostre aziende hanno sostenuto i maggiori costi dovuti all’emergenza sanitaria. Ma oggi il sostegno giustamente riconosciuto alle farmacie deve essere esteso anche al nostro comparto o l’intero sistema rischia di tracollare».

Le consegne da febbraio 2020 a marzo 2022

Secondo quanto emerso da un’analisi «da febbraio 2020 a marzo 2022 le aziende di Federfarma Servizi hanno effettuato circa 35 milioni di consegne e percorso oltre 350 milioni di chilometri in tutto il Paese, pagando il carburante a prezzi di mercato invece che come operatori che svolgono il servizio pubblico essenziale di assicurare l’immediata disponibilità di medicinali ovunque nel Paese, individuato dal D. Lgs 219/06». Dunque, l’appello di Mirone al Governo: «L’aumento dei costi di trasporto per le nostre Società, già difficilmente sostenibili all’inizio della pandemia, unitamente all’impennata dei costi energetici, altra importante voce di spesa dei bilanci delle nostre aziende, sta mettendo irrimediabilmente in crisi la fornitura tempestiva di farmaci sul territorio nazionale. Senza interventi urgenti non sarà più possibile andare in farmacia e potervi trovare dopo qualche ora qualsiasi prodotto di cui si abbia bisogno».

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