La carenza di farmaci è una problematica monitorata ogni anno dal Pharmaceutical group of European Union (Pgeu), che realizza un’indagine tra i farmacisti di comunità. La survey del 2021 è stata condotta raccogliendo le opinioni di professionisti operanti in 27 paesi. Il quadro emerso mostra ancora un’elevata carenza di medicinali nella maggior parte delle nazioni, sebbene, per la prima volta, il panel coinvolto ha dichiarato che la situazione non è peggiorata rispetto all’anno scorso. È stata inoltre rilevata una carenza anche di dispositivi medici. L’impatto quotidiano derivante da questa situazione resta gravoso sia per i pazienti sia per la pratica farmaceutica, nonostante sia stato riferito un lieve miglioramento nei tempi medi impiegati dai farmacisti per far fronte alle carenze. L’indagine mette poi in luce il divario esistente tra i vari paesi europei nella disponibilità di informazioni, strumenti e soluzioni legali a disposizione dei farmacisti di comunità per fornire soluzioni concrete ai pazienti.
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Principali carenze tra i farmaci cardiovascolari e per il sistema nervoso
Tutti i paesi che hanno partecipato al sondaggio del Pgeu nel 2021 hanno sperimentato casi di carenza di farmaci nei precedenti dodici mesi. Secondo 7 paesi su 27 la situazione è peggiorata rispetto allo scorso anno, mentre 14 la ritengono stabile e 6 riscontrano un miglioramento. Riguardo la tipologia di medicinali mancanti, circa l’85% dei paesi ha segnalato carenze di farmaci cardiovascolari, il 78% di medicinali per il sistema nervoso, il 74% di quelli per il sistema respiratorio. La mancata disponibilità ha poi interessato antibiotici, farmaci per l’apparato muscolo-scheletrico, per le vie urinarie, l’apparato genitale e gli ormoni. Oltre ai medicinali, i farmacisti di comunità hanno riscontrato carenze anche di dispositivi medici, un problema segnalato dal 74% dei paesi che hanno partecipato all’indagine del Pgeu. Le conseguenze di questa problematica si sono ripercosse sia sui pazienti, con interruzioni o errori terapeutici, sia sulle farmacie, che hanno subito perdite economiche a causa del tempo dedicato a risolvere il problema e una riduzione della fiducia da parte dei pazienti. Le principali soluzioni adottate sono state nel 92,5% dei casi la sostituzione del farmaco mancante con uno generico, la ricerca del medicinale presso altre fonti autorizzate (59%) e l’importazione da altri paesi (51,8%).
Il position paper del Pgeu per la riforma legislativa
La revisione della legislazione farmaceutica e il ruolo fondamentale delle istituzioni europee e nazionali nella riforma della legge sono oggetto di un position paper formulato dal Pgeu con diverse indicazioni concrete per far fronte in modo coordinato e regolamentato alla carenza di farmaci. Tra le azioni più urgenti da intraprendere, il Gruppo segnala l’estensione del ruolo e delle risorse dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) nel coordinare le attività degli Stati membri in materia di prevenzione e gestione delle carenze in stretta collaborazione con i responsabili delle agenzie nazionali per i farmaci. Indica poi la necessità di creare un sistema di monitoraggio del fenomeno in tutta l’Unione Europea, di condividere in modo efficace le informazioni e di stabilire un meccanismo di ridistribuzione dei farmaci ai pazienti che ne hanno bisogno, a prescindere dal paese in cui vivono. Al di là delle specifiche iniziative occorre però, secondo il Pgeu, la definizione di un quadro legislativo che favorisca l’accesso ai farmaci per i pazienti e la sostenibilità economia e finanziaria dei sistemi sanitari.
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