Le carenze di farmaci continuano a mettere in difficoltà pazienti e operatori sanitari. Un trend che si protrae dallo scorso anno, come evidenzia l’indagine condotta dal Pharmaceutical group of the European Union (Pgeu), che ha invocato l’azione dei decisori politici, chiedendo interventi coraggiosi per arginare il problema. La “Medicine shortages survey 2022” realizzata dal Gruppo ha messo in luce un peggioramento, rispetto all’anno precedente, dell’incidenza di carenze di medicinali nella maggior parte dei paesi europei. I farmacisti che hanno risposto al sondaggio hanno evidenziato un peggioramento anche nell’impatto quotidiano delle carenze sul proprio lavoro, con un aumento del tempo dedicato alla risoluzione del problema. Viene poi sottolineato il divario esistente tra i paesi nelle informazioni, negli strumenti e nelle soluzioni legali a disposizione dei farmacisti per fornire soluzioni ai pazienti in caso di carenza.
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I dati emersi nella survey
Secondo quanto emerso dal sondaggio del Pgeu, nel 2022, come già avvenuto nel 2021 e nel 2019, il 100% dei paesi coinvolti nell’indagine ha sperimentato casi di carenze di medicinali. Nel 75,86% dei paesi rispondenti, la situazione è peggiorata, nel 24,14% è rimasta inalterata. Dati che mostrano una tendenza negativa rispetto al 2021, nel quale la situazione era stata dichiarata in peggioramento solo dal 25,93% dei paesi, mentre il 51,85% la riteneva stabile e il 22,22% aveva riscontrato quale miglioramento. Le carenze più frequenti nel 2022 hanno riguardato con maggior frequenza i farmaci cardiovascolari (83,59%), quelli per il sistema nervoso e gli antibiotici (entrambi con il 79,31%), i medicinali per il sistema respiratorio (75,86%) e gli agenti antineoplastici e immunomodulanti (68,97%). Secondo 7 paesi su 29, al momento della compilazione del sondaggio i farmaci carenti nella propria nazione erano più di 600. Le carenze hanno coinvolto anche i dispositivi medici, con casi di irreperibilità nelle farmacie comunitarie nel 65,52% dei paesi. Tra i prodotti mancanti troviamo prevalentemente bende, termometri, mascherine chirurgiche, lancette, aghi e lenti a contatto a breve termine.
L’impatto sui pazienti e sulle farmacie
La survey del Pgeu ha indagato anche sugli effetti che le carenze di medicinali possono avere sui pazienti e sulle farmacie. Nel 93,10% dei paesi, l’irreperibilità dei medicinali ha causato ai pazienti preoccupazione e disagi, nell’89,66% ha provocato l’interruzione del trattamento terapeutico, nel 72,41% ha aumentato il contributo economico, nel 58,62% dei casi ha determinato la scelta di un trattamento non ottimale. Inoltre, tra le conseguenze per i pazienti sono stati riscontrati anche errori nell’uso dei farmaci (34,48%), effetti avversi (21,14%) e decesso (13,79%). Le carenze di farmaci hanno portato danni e problemi anche alle farmacie di comunità. Secondo il 96,55% dei rispondenti all’indagine, il principale impatto subito è la perdita economica dovuta al tempo impiegato nella ricerca di soluzioni. Nel 75,86% dei casi è stata riscontrata anche una riduzione sia della soddisfazione dei farmacisti sia della fiducia dei pazienti nella farmacia. Infine è stata verificata un’ulteriore perdita economica dovuta a fattori come tasse d’importazione e aumento dei costi di approvvigionamento.
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