Un lavoro intenso su più fronti è quanto si sta facendo in Italia per perfezionare il sistema, attivato già da anni, per arginare e prevenire le carenze di farmaci. Come ricorda a FarmaciaVirtuale.it Domenico Di Giorgio, dirigente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), «con il termine “carenza” si indicano tutte le situazioni in cui i prodotti non sono in quantità sufficiente a coprire le esigenze del mercato. In Italia abbiamo fatto una caratterizzazione più strutturata di questo problema, andando a separare le carenze produttive da altre tipologie. Le carenze produttive sono quelle situazioni in cui il titolare Aic è consapevole, per problemi specifici, di non poter coprire il fabbisogno del farmaco. Una situazione diversa è invece quella che definiamo “indisponibilità” del farmaco, ovvero quella causata da disfunzioni distributive legate per esempio ad accaparramenti per esportazioni, fenomeno che abbiamo dovuto affrontare qualche anno fa. Una terza tipologia di carenza è la mancata fornitura ospedaliera, che dipende dalle gare fatte per gli ospedali e dalle disfunzioni generate nei sistemi di gestione delle stesse e nell’approvvigionamento delle aziende».

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Le misure in campo per contrastare le carenze

Di Giorgio sottolinea che il problema viene sempre affrontato dal punto di vista del paziente, andando a identificare come carenza qualsiasi situazione in cui il paziente può avere difficoltà ad accedere al farmaco. «La caratterizzazione fatta – dichiara il dirigente – è necessaria a mettere in campo misure diverse in base all’origine del problema. Per quanto riguarda le carenze produttive, che sono quelle più frequenti, le cause possono essere di diverso tipo, come un improvviso picco di domanda, la difficoltà a reperire una materia prima o un lotto che non può essere immesso sul mercato per qualche problematica, ma anche per confezionamenti non conformi. Il problema delle carenze effettive riguarda comunque un numero molto limitato di farmaci, in quanto per la gran parte dei medicinali mancanti c’è un’abbondanza di alternative sul mercato. La lista dei farmaci carenti che pubblica l’Aifa distingue tra una grossa percentuale di problemi che sono riconducibili alla sfera commerciale e una piccola parte di medicinali che non hanno effettivamente alternative. In questi casi le misure di mitigazione sono legate alla sostituzione della terapia o all’importazione del prodotto dall’estero, soluzioni che le strutture sanitarie italiane attuano correntemente. Portiamo poi avanti un lavoro di squadra con associazioni e clinici di patologie particolari, come l’epilessia, per le quali il cambio di terapia e prodotto è molto critico. In questi casi si lavora in prevenzione per mettere in campo una seria di misure extra che servono a evitare che un paziente possa subire ritardi nell’arrivo della terapia».

Italia punto di riferimento europeo

«Le politiche adottate dall’Italia per affrontare gli stati di carenze dei farmaci sono un punto di riferimento a livello europeo – afferma Di Giorgio –. Abbiamo affrontato la questione delle carenze prima degli altri paesi, attivando già nel 2015 un tavolo di discussione con gli stakeholder, adottando iniziative per bloccare l’esportazione illegale di alcuni prodotti, sviluppando strumenti specifici su casi di matrice diversa e, soprattutto, facendo molta informazione. Oggi il problema viene gestito con misure di prevenzione e lavorando in maniera condivisa tra amministrazioni e stakeholder privati, valorizzando il grosso lavoro che fanno i servizi farmaceutici di regioni e province autonome sul territorio. Ma soprattutto facendo informazione, onde evitare che le carenze siano percepite erroneamente come emergenze nelle situazioni in cui invece si tratta di problemi marginali. Gli strumenti informativi sono a disposizione anche dei pazienti che, oltre a poter consultare l’elenco dei farmaci carenti pubblicato sul sito Aifa, possono scaricare un’App che riporta i farmaci carenti e permette di attivare degli alert. Sia il sito sia l’App riportano anche una serie di indicazioni su cosa fare per ogni medicinale mancante. Gli strumenti quindi ci sono, ma è sempre opportuno che i pazienti s’interfaccino con i professionisti sanitari, a cominciare dal medico e dal farmacista».

Intervista integrale

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