Carenze di farmaci in TunisiaIl ministro della Salute della Tunisia, Imed Hammami, ha affermato che l’aiuto promesso alla Pharmacie centrale, organismo che si occupa di importare medicinali dall’estero, sarà versato a breve. Si tratta di una somma pari a 250 milioni di dinari (più di 80 milioni di euro). Il quotidiano francofono La Presse de Tunisie ha fatto sapere che «sono tra 200 e 300 i farmaci che risultano attualmente introvabili o rari» nella nazione nordafricana. E tale mancanza sarebbe dovuta, secondo il vice-presidente del sindacato nazionale dei titolari di farmacia privata, Naoufel Amira, al mancato rimborso dei debiti accumulati dal sistema sanitario tunisino nei confronti delle industrie farmaceutiche straniere. Big Pharma, in altre parole, non sarebbe più disposta a inviare medicinali, se prima non saranno saldate le forniture precedenti. Ciò dovrebbe essere garantito proprio dall’iniezione di liquidità in arrivo dal governo che, come riferito dal giornale L’Economiste Maghrébin, dovrebbe rappresentare una prima tranche di un assegno complessivo da 500 milioni di dinari. In merito alla risoluzione del problema, Hammami ha manifestato il proprio ottimismo, affermando che entro la fine di luglio il quantitativo di farmaci a disposizione raggiungerà un volume sufficiente a garantire le necessità della popolazione per tre mesi. E che si arriverà a riserve di sei mesi entro la fine dell’anno. Tuttavia, secondo Amira, i 500 milioni di dinari non saranno sufficienti: essi basteranno – ha affermato – solo per rimborsare le fatture ancora non pagate dalla Pharmacie centrale. Per questo, il dirigente dell’associazione chiede che venga attuata una riforma strutturale, e non solo una soluzione provvisoria. L’Economiste Maghrébin afferma d’altra parte che «non c’è più bisogno di dimostrare che esiste un problema di carenze di farmaci. Lo si percepisce negli ospedali, nelle cliniche e nelle farmacie. Ci sono cittadini che hanno chiesto ai loro amici o parenti residenti all’estero di inviare i medicinali introvabili in Tunisia».

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