«È banale ridurre a una questione di prezzo il problema delle carenze dei farmaci. Se dipendesse dal solo fatto che in Italia secondo alcuni costano meno, e per questo i prodotti spariscono dal mercato nazionale, non si spiegherebbe il perché in Svizzera, dove costano tanto e ci sono le sedi di molte multinazionali, ne mancano oltre 500. Può essere una delle ragioni ma non è certamente l’unica causa». È quanto evidenzia Luca Li Bassi, direttore generale di Aifa, intervenuto sul problema della carenza dei farmaci. Come è noto, lo scorso 2 luglio si è tenuto un tavolo per la carenza dei farmaci presso il ministero della Salute. Nel corso della giornata erano state affrontate diverse tematiche. Tra queste, le principali ragioni che provocano il fenomeno delle carenze: «Le carenze di tipo produttivo – aveva spiegato il ministero – e le indisponibilità dovute a distorsioni della catena distributiva dei medicinali».
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«Voglio rassicurare i pazienti – esorta Li Bassi -. Le agenzie regolatorie hanno dei meccanismi di monitoraggio e riescono a creare reti di tutela. I casi in cui la mancanza di un farmaco genera un reale disagio sono una parte davvero minoritaria sul totale registrato come carente, e comunque resta un fatto il più delle volte temporaneo». In aggiunta ciò, Li bassi spiega che «esistono quasi sempre farmaci equivalenti o valide alternative terapeutiche. Il problema delle carenze però esiste ed è molto complesso, riguarda soprattutto la produzione, ma anche questioni legate alla distribuzione. Noi lavoriamo perché oltre le alternative esistenti, per me un paziente che va in farmacia e non trova il farmaco richiesto è una sconfitta del sistema. Il nostro ministero della Salute ha aperto un tavolo proprio per fornire risposte ai dubbi e alle carenze registrate in Italia, ma se analoghi problemi sono registrati in Spagna, Portogallo, Francia, Olanda, Norvegia, Austria, Slovenia allora è forse il caso di intervenire anche a livello europeo. Ci sono dinamiche che dobbiamo comprendere prima di fornire soluzioni di lungo periodo e per tutto il mercato».
A parlare di prezzi lo scorso giugno era stato Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli. In una lettera inviata al Corriere della Sera, in risposta ad un articolo pubblicato, il dirigente aveva evidenziato che «uno dei rimedi adottabili, per altro più volte proposto, per evitare che l’Italia continui ad essere l’outlet dei distributori farmaceutici di tutt’Europa è rappresentato dall’introduzione della pratica del dual price».
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