cannabis-terapeuticaL’argomento che mi accingo a trattare è particolare per la risonanza che può avere in campo medico e per l’interesse diretto sul pubblico. Si tratta dell’ infiorescenza femminile della Cannabis sativa e del suo uso terapeutico. La Cannabis è sicuramente nota a tutti per il suo utilizzo “ludico” e come droga di abuso per le sue proprietà psicotrope sulla regolazione dell’umore e sulla sensazione di benessere che ne deriva, tuttavia negli ultimi anni è tornata in auge per la terapia di alcune forme neurologiche altrimenti non curabili o di difficile trattamento. L’istituzione che si è proposta allo studio e soprattutto alla regolamentazione è l’Omc (Office of Medicinal Cannabis) del ministero della Salute Benessere e Sport olandese. Solo recentemente il ministero della Salute italiano ha emanato un decreto (dm 23/01/2013, G.U. n. 33 del 8/2/2013 entrata in vigore il 23/2/2013) che inserisce la Cannabis nelle sostanze farmacologicamente attive e dispone le regole per la sua prescrizione, preparazione e dispensazione. Essa, infatti, è stata introdotta nella Tabella II, Sezione B delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Questo decreto limita la prescrizione allo specialista neurologo o a centri ospedalieri mediante ricetta medica non ripetibile. La parte che vede protagonista il farmacista preparatore è quella dell’allestimento delle dosi personalizzate che, quindi, deve avvenire in farmacia con la totale garanzia della purezza della sostanza usata e della ripartizione del dosaggio prescritto. La legislazione in merito impone la prassi prevista per tutte le sostanze naturali e non, inserite tra le sostanze psicotrope e stupefacenti. Innanzitutto il controllo del prescrittore con le limitazioni sopracitate, poi la correttezza della stesura della prescrizione stessa con tutti i formalismi del caso, infine il controllo della validità temporale e la non ripetitibilità della ricetta. La stessa ricetta dovrà poi essere registrata nell’apposito registro di carico-scarico dopo l’apposizione di una copia dell’etichetta della preparazione. La preparazione delle singole dosi avviene con la ripartizione quantitativa in buste filtro, simili a quelle usate per il té, e sigillate debitamente senza uso di collanti o mezzi che possano rilasciare sostanze nocive. Le bustine saranno, poi, immesse in un contenitore secondario dove verrà apposta la regolare etichetta riportante tutte le indicazioni necessarie e prescritte dalle Norme di buona preparazione della Farmacopea italiana. L’assunzione del farmaco naturale è consentito che avvenga in due modi. Il primo, più diretto, più semplice e meno costoso, è quello dell’assunzione dell’infuso con assorbimento a mezzo del tratto gastroenterico; il secondo con la vaporizzazione del Thc (tetraidrocannabinolo) a mezzo di una apparecchiatura particolare, il suo assorbimento per via aerea è più veloce. Attualmente in commercio ci sono tre Cannabis distinte a seconda della famiglia del vegetale da cui sono tratte. La prima, attualmente la sola reperibile in Italia, è la Cannabis varietà Bedrocan con un titolo del 19% in Thc e meno dell’1% in Cbd (Cannabidiolo); la seconda è la Cannabis varietà Bedrobinol titolata in 12% in Thc e meno dell1% in Cbd e la terza è la Cannabis varietà Bediol con il 6% in Thc ed il 7,5% in Cbd. Il dosaggio varia a seconda della patologia da trattare a va da pochi milligrammi per dose, nel caso di trattamento della sclerosi multipla, a diverse centinaia di milligrammi nel caso di trattamento del dolore persistente insensibile agli oppiacei. L’importanza dell’uso della Cannabis è dato dal suo meccanismo d’azione che differisce sostanzialmente da quello degli oppioidi e non provoca assuefazione. Le azioni farmacologiche del Thc risultano dal suo legame con i recettori cannabinoidi Cb1, e Cb2. Esso agisce come un parziale legame agonista su entrambi i recettori, cioè li attiva, ma non per intero. La presenza di questi recettori specializzati nel cervello fece presupporre agli scienziati che cannabinoidi endogeni venissero prodotti naturalmente dal corpo umano, si scoprirono infatti numerosi endocannabinoidi tra cui l’Anandamide, l’ Arachidonoilglicerolo ( 2 A-G) la Virodamina e molti altri. Il Thc stimola il rilascio di dopamina dal nucleus accumbens, provocando nella persona sensazioni di euforia, rilassamento, percezione spazio-temporale alterata; alterazioni uditive, olfattive e visive, ansia, disorientamento, stanchezza e stimolazione dell’appetito.

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EDILIO LANCELLOTTI – Il Secolo XIX – Ed. nazionale – piu’

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