farmaciSTRANIERI regolarmente residenti, ma irreperibili.

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Permessi di soggiorno o autorizzazioni temporanee utilizzati per fare incetta di farmaci da rivendere o da spedire nei Paesi di provenienza. Un fenomeno noto e diffuso, anche se difficile da contrastare. Non ci sono cifre ufficiali, ma a giudicare dai controllia tappeto che il Comune ha avviato da tempo si trovano in questa situazione alcune migliaia di cittadini stranieri residenti a Bari. «Quando andiamo a domicilio per verificare, ci sentiamo spesso rispondere che la persona che cerchiamo è tornata in patria per un lutto improvviso», racconta uno degli addetti del servizio notifiche e informazioni di Palazzo di Città. La realtà, invece, è un’altra.

Tanti stranieri risultano residentia Bari, ma si sono da tempo trasferiti al Nord. Il permesso di soggiorno dà loro diritto all’assistenza sanitaria. Il problema è che quando ne usufruisconoa pagareè la Regione Puglia. Con quali conseguenze sul bilancio della sanità regionale, è facile immaginare.

Anche per questa ragione, negli ultimi tempi i controlli sono stati intensificati. «Le richieste di residenza finalizzate ad ottenere il permesso di soggiorno sono in aumento – fanno sapere in Comune -. Verifichiamo tutte le domande, a cominciare da quelle che riportano ad abitazioni in cui risulta un numero di persone elevato e sproporzionato alla grandezza dell’immobile».

C’è poi un altro fenomeno di cui si sta cercando di venire a capo. Riguarda l’uso di farmaci da parte di stranieri in possesso di permesso di soggiorno o di autorizzazioni temporanee. Il sospetto è che facciano incetta di farmaci per spedirli nei Paesi di provenienza. Sotto il profilo formale non c’è nulla di illegale. Chi risiede regolarmente ha diritto al medico di base e all’assistenza farmaceutica. Il problema nasce quando i medicinali, magari ottenuti dietro pagamento del solo ticket, se non gratuitamente, vengono impacchettati e spediti nei Paesi di provenienza. Il danno per il sistema sanitario regionale diventa notevole.

Senza contare i cosiddetti Stp, ossia gli stranieri temporaneamente presenti. In genere sono sprovvisti di documenti.

Possono però ottenere il medico di base con una semplice dichiarazione autocertificata. Non sono rari i casi in cui una stessa persona si presenti a centri diversi dichiarando identità differenti. Il paradosso è che potrebbe avere più medici di base e, quindi, ottenere più prescrizioni di farmaci. Saranno situazioni limite, ma il rischio di innescare un traffico illegale di medicinali è altissimo. Il tutto, come sempre, a carico del servizio sanitario regionale. L’assistenza agli stranieri temporaneamente presenti è comunque limitata a sei mesi, salvo proroghe. Gli abusi sono però sempre possibili. Per questo si stanno studiando adeguati strumenti di controllo. Non è in discussione il principio di civiltà che riconosce a ogni persona il diritto alla salute, a prescindere dalla nazionalità. In tempi in cui la spesa sanitaria e la spesa sociale sono in forte decremento e i pugliesi, come tutti gli italiani, sono costretti a tirare la cinghia, non possono più essere ammesse furbizie e scorciatoie. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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