Una farmacia napoletana si è spinta ad un grado di “diversificazione” del proprio business che certamente farà (per lo meno) discutere all’interno categoria. L’edizione locale del quotidiano La Repubblica, infatti, ha pubblicato una galleria di fotografie nelle quali viene immortalato il distributore automatico installato da un farmacista. All’interno, alcune confezioni di prodotti farmaceutici, come lecito attendersi. Ma anche bevande alcoliche, Coca Cola, manette sadomaso, potenzianti maschili: «Una farmacia vende birre nel distributore automatico alle spalle della Stazione Centrale di Napoli», spiega il giornale, che riferisce come la denuncia sia arrivata «dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e dello speaker radiofonico Gianni Simioli: “Già il fatto che una farmacia venda, nel distributore automatico, anche bevande appare singolare, ma che metta in vendita anche birre alcoliche in vetro è fuori da ogni logica oltreché da ogni legge e regolamento, visto che in queso modo chiunque, anche un minorenne, può acquistare liberamente una bevanda alcolica”». La birra, di una nota marca tedesca, è posizionata all’ultimo ripiano del distributore. Al suo fianco, delle lattine di Coca Cola, bevanda certamente non alcolica ma che contiene caffeina.
Ascoltato dall’agenzia Adnkronos, il titolare della farmacia ha spiegato che «la presenza della birra nel distributore automatico è stato un errore del personale che abbiamo già provveduto a rimuovere. Io di solito sono al banco, mentre il distributore è all’esterno ed è gestito dal personale che lavora nel magazzino che provvede a rifornirlo. Abbiamo in vendita bevande per celiaci e senza alcol e molto probabilmente c’è stato un errore. Non vendiamo birre».
All’inizio del 2016, aveva fatto scalpore la scelta di una farmacia di Milano, che aveva deciso di affiancare al tradizionale banco anche un bar, con caffè, cappuccini e brioches. Ma il tema della diversificazione era stato toccato anche qualche mese dopo, quando era stata paventata la possibilità di introdurre in farmacia una serie di servizi che di certo non sono legati alla distribuzione farmaceutica: in particolare la possibilità di consentire ai clienti di pagare i propri bollettini postali direttamente presso i Pos presenti sui banchi delle farmacie. Un altro “caso” aveva riguardato un esercizio di Pescara: il titolare aveva annunciato attraverso un post su Facebook la possibilità di pagare proprio i bollettini postali presso la sua farmacia, nonché di effettuare ricariche di cellulari e delle principali carte prepagate. Per lo meno, però, bollettini e ricariche non presentano rischi per la salute, come nel caso delle bevande alcoliche.
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