Assobiotec-Federchimica ha presentato a Milano il 9 dicembre il rapporto «Il Biotech in Italia 2025. Numeri, storie e trend», elaborato in collaborazione con gli osservatori della School of management del Politecnico di Milano. Il documento, basato su un modello di analisi che usa i codici Ateco, fornisce la stima più accurata della diffusione delle biotecnologie nel tessuto produttivo nazionale. I dati hanno messo in luce un comparto ampio e in crescita, con un grande impatto economico. Nel 2024 le imprese biotech attive in Italia sono state 5.869, in aumento del 5% rispetto al 2023. Il fatturato complessivo generato raggiunge i 53,4 miliardi di euro, con una crescita del 5%, mentre gli addetti sono 102.565, con incremento del 4%. La fotografia ha mostrato un settore caratterizzato dalla forte presenza di micro e piccole imprese, che costituiscono l’89% del totale, e da una concentrazione geografica nel Nord Italia, dove ha sede il 47% delle aziende.

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Ecosistema composito tra tradizione e innovazione

La distribuzione settoriale ha messo in luce la pervasività delle applicazioni biotecnologiche. Il 65% delle imprese opera nell’area agroalimentare e zootecnica, generando oltre 27 miliardi di euro di ricavi. Il comparto biomedico e sanitario, sebbene rappresenti solo il 7% delle aziende, contribuisce per 20,8 miliardi di euro al fatturato totale, con il più alto valore medio per impresa. L’area industriale e ambientale conta il 27% delle imprese e un fatturato di oltre 5 miliardi. Il report dedica un focus specifico alle 559 startup e Pmi innovative biotech, realtà in crescita che svolgono un ruolo cruciale nell’avanzamento tecnologico, caratterizzate dalla forte propensione alla ricerca e allo sviluppo deep-tech e da modelli collaborativi con università e centri di ricerca. All’evento di presentazione è stato assegnato anche l’Assobiotec Media Award, riconoscimento dedicato ai professionisti dell’informazione che si distinguono nella divulgazione delle biotecnologie.

I principali trend internazionali sotto esame

Il documento ha esaminato anche i principali trend internazionali che stanno ridisegnando il comparto, tra cui medicina di precisione, biosoluzioni, fermentazione di precisione, tecniche di evoluzione assistita e bioconversione. Le direttrici di innovazione indicano la traiettoria verso un settore sempre più integrato, sostenibile e competitivo a livello globale. L’analisi complessiva ha confermato la vitalità del settore, sebbene in trasformazione, fondamentale per la competitività e l’innovazione del Paese, chiamato a confrontarsi con sfide sistemiche quali l’accesso ai capitali, la pressione competitiva internazionale e l’evoluzione del quadro normativo. Si rimanda al report nella sezione “Documenti allegati”.

Ruolo del biotech nell’economia italiana

Fabrizio Greco, presidente Assobiotec-Federchimica ha spiegato che «questa nuova mappatura ridisegna in modo sostanziale il ruolo del biotech nell’economia italiana. Per la prima volta il nostro settore dispone di una rappresentazione scientificamente fondata della presenza biotecnologica nel Paese, sia nella sua componente più tradizionale, particolarmente rilevante nelle applicazioni agricole e industriali, sia in quella più innovativa, che emerge con forza nell’ambito biomedico e sanitario e che da sola genera circa il 40% del fatturato biotech nazionale».

Ecosistema che stimoli l’innovazione

Greco ha poi spieato che «la rilevanza del valore delle biotecnologie all’interno del “made in Italy” rende ancora più evidente l’importanza di un ecosistema che stimoli l’innovazione in ognuna delle aree di applicazione. Il nostro auspicio è che questa fotografia aggiornata supporti Istituzioni, imprese e comunità scientifica nel valorizzare e sostenere un settore capace di incidere profondamente su competitività, sostenibilità e capacità innovativa del Paese, oggi finalmente al centro anche della strategia europea con il Eu Biotech Act, di imminente pubblicazione».

Crescente dinamismo sostenuto dalla nascita di imprese

Chiara Sgarbossa, direttrice osservatori Sanità digitale e life science innovation della School of Management del Politecnico di Milano, ha sottolineato che «l’ecosistema italiano del Biotech evidenzia un crescente dinamismo, sostenuto dalla nascita di nuove imprese, tra cui startup e Pmi innovative, e dal progressivo consolidamento dei processi di trasferimento tecnologico. Rafforzare il legame tra mondo accademico e tessuto imprenditoriale è essenziale per sostenere la crescita di queste realtà, che trovano nei programmi di accelerazione, nei fondi di investimento e nelle reti di competenze un motore strategico di sviluppo e una leva determinante per tradurre l’eccellenza scientifica nazionale in soluzioni tecnologiche e industriali competitive su scala globale».

Orientare le strategie, gli investimenti e le politiche di sviluppo

Dunque, secondo Sgarbossa «per orientare con efficacia le strategie, gli investimenti e le politiche di sviluppo del comparto, risulta prioritario individuare e monitorare le principali tendenze tecnologiche emergenti. Tra i driver che stanno delineando il futuro del Biotech si distinguono la medicina di precisione, le biosoluzioni, la fermentazione di precisione, le tecniche di evoluzione assistita e la bioconversione, che riflettono le traiettorie di innovazione già intraprese da startup e Pmi innovative e indicano la direzione verso un settore sempre più sostenibile, integrato e competitivo».

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