I risultati dello studio di Fase 3 Baxhtn hanno confermato l’efficacia di baxdrostat nel trattamento dell’ipertensione resistente o non controllata. Il farmaco, sviluppato da AstraZeneca, ha raggiunto l’endpoint primario e tutti gli endpoint secondari, mostrando una riduzione statisticamente significativa della pressione arteriosa sistolica rispetto al placebo dopo 12 settimane di terapia. I dati, presentati al Congresso della european society of cardiology (Esc) ad agosto 2025, evidenziano profilo di sicurezza favorevole e tollerabilità adeguata.

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Approccio terapeutico per una patologia complessa

La disregolazione dell’aldosterone è stata identificata tra i meccanismi alla base dell’ipertensione resistente. Baxdrostat, inibitore altamente selettivo dell’aldosterone sintasi, agisce sul target biologico, rendendo disponibile una potenziale soluzione terapeutica innovativa. Lo studio Baxhtn, condotto su 796 pazienti randomizzati, ha valutato l’efficacia di due dosaggi di baxdrostat (1 mg e 2 mg) in aggiunta alla terapia standard. Baxdrostat è attualmente in fase di valutazione in ulteriori trial clinici, tra cui studi sull’aldosteronismo primario e in combinazione con dapagliflozin per la malattia renale cronica e lo scompenso cardiaco.

Risultati promettenti dello studio di Fase 3

Bryan Williams, Chair of Medicine presso l’University College London e principal investigator dello studio, ha osservato che «molte persone continuano a sperimentare difficoltà nel controllare la propria pressione arteriosa, anche quando assumono più farmaci. I risultati molto promettenti dello studio di Fase 3 Baxhtn dimostrano che baxdrostat, somministrato una volta al giorno in aggiunta alla terapia standard, può ridurre in modo significativo la pressione sistolica, offrendo un potenziale nuovo approccio terapeutico per il controllo dell’ipertensione, il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari».

Gli outcomes sulla pressione arteriosa sistolica

Sharon Barr, Executive Vice President, Biopharmaceuticals R&D di AstraZeneca, ha affermato di essere «soddisfatti dei risultati dello studio di Fase 3 Baxhtn, che hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante della pressione arteriosa sistolica. Questi dati rappresentano una solida evidenza del potenziale di baxdrostat nel rispondere a un bisogno clinico insoddisfatto agendo sulla disregolazione dell’aldosterone e introducendo un meccanismo innovativo in un ambito che non ha visto innovazioni terapeutiche significative negli ultimi vent’anni».

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