
La questione è stata anche toccata da Ivan Ruggiero, presidente delle Libere Parafarmacie Italiane, che ha dichiarato: «Non ci vedo niente di “etico” nel dare un servizio ai clienti come quello di vendere brioche e cappuccini, anzi provo solo tanta “tristezza” nello scorgere ancora manovre atte a distruggere il ruolo fondamentale della “farmacia” e cioè quello di dispensare “salute”». Molto più logico, secondo Ruggiero, che la concorrenza sia sulla fascia C: «Liberalizzarne la vendita nelle parafarmacie può significare la creazione di tanti posti di lavoro, la valorizzazione della figura del farmacista, nonché risparmi per i cittadini, i clienti finali. Il tutto rispettando le condizioni di sicurezza. Non facciamoci del male costruendo la concorrenza sul cappuccino: la competizione deve essere “sana”, “etica” e cioè sulla dispensazione dei “consigli”, della “salute”, alla quale ogni farmacista può concorrere con la propria professionalità».
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