«Il 2023 rappresenta il miglior anno della storia di Banca Credifarma ed evidenzia l’efficacia del percorso avviato nel 2022 dall’azionista di maggioranza Banca Ifis attraverso la fusione di Credifarma in Farbanca». È quanto ha dichiarato Massimiliano Fabrizi, amministratore delegato di Banca Credifarma – istituto nato dalla fusione per incorporazione di Credifarma in Farbanca –, a margine dell’approvazione, lo scorso aprile, dei risultati finanziari dell’esercizio 2023. I dati sono stati approvati dal consiglio di amministrazione presieduto da Maurizio Manna.

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Accelerazione dell’utile e crescita del margine di intermediazione

Commentando i risultati, Fabrizi ha spiegato che «l’accelerazione dell’utile netto e la crescita del margine di intermediazione sono il risultato di una attività commerciale sostenuta che ci ha portato a consolidarci sempre più come punto di riferimento finanziario per il settore delle farmacie. La nostra specializzazione e le soluzioni offerte al servizio del settore delle farmacie hanno trainato la crescita commerciale che ha beneficiato anche della positiva correlazione dei tassi di interesse per raggiungere livelli di profittabilità superiori a quelli già ambiziosi del nostro piano di sviluppo».

Estrema attenzione ai costi e ai livelli Npe

Quanto alla prospettiva di sviluppo dell’Istituto, Fabrizi ha spiegato che «la crescita della Banca è bilanciata da una estrema attenzione ai costi e a livelli Npe molto contenuti che confermano l’elevata qualità nella gestione del credito. Guardiamo al futuro con cauto ottimismo, proseguendo sul nostro percorso con convinzione, per affermarci secondo i valori della nostra capogruppo e garantire la sostenibilità dei nostri risultati, con l’obiettivo di supportare sempre di più e meglio un settore ad alto impatto sociale, quale quello delle farmacie, che negli ultimi anni ha confermato essere un solido e fondamentale punto di riferimento per tutti noi cittadini e per un sistema chiave per il Paese quale quello sanitario».

Utile a 14,7 milioni di euro, in crescita del 125,6%

Entrando nel merito dei dati presentati, esaminando i dati riclassificati nel periodo 1 gennaio – 31 dicembre 2023, è emerso che «l’utile netto di Banca Credifarma si attesta a 14,7 milioni di euro, in crescita del 125,6% rispetto ai 6,5 milioni di euro del 2022». Inoltre «il margine di intermediazione sale a 34,3 milioni di euro (+32,8%) rispetto ai 25,8 milioni di euro del 2022, grazie alla crescita dell’attività commerciale e alla positiva correlazione della stessa al rialzo dei tassi di interesse», mentre «i costi operativi, pari a 14,3 milioni di euro risultano in riduzione del -1,1% rispetto ai 14,4 milioni di fine 2022». Flessione anche dell’Npe ratio che «scende al minimo storico dello 0,76%, in calo rispetto al 2022 grazie ad un’attenta gestione della qualità del credito e alla capacità di relazione e dialogo continuo con i clienti». Il Tcr è pari al 23,02% (20,33% al 31 dicembre 2022). Entrambi sono stati calcolati includendo gli utili generati dalla Banca.

Modello di business motivo della crescita

L’Istituto ha spiegato che «la crescita dei ricavi commerciali e la positiva correlazione del modello di business al livello dei tassi di interesse hanno portato il margine di intermediazione di Banca Credifarma ad una crescita del +32,8% rispetto al 2022. In particolare, questo si è attestato a 34,3 milioni di euro, in aumento di 8,5 milioni di euro rispetto ai 25,8 milioni di euro di fine 2022. Nel corso del 2023, la Banca ha erogato nuovi crediti al sistema farmaceutico per oltre 140 milioni di euro, portando il totale dei crediti erogati alla clientela a 683 milioni di euro. L’utile netto è risultato in crescita del +125,6% rispetto al 2022, attestandosi a 14,7 milioni di euro. Il dato rappresenta il massimo storico raggiunto da Banca Credifarma».

Elevata solidità patrimoniale della banca

Quanto ai costi operativi, come spiegato, essi «sono risultati in diminuzione del -1,1%, attestandosi a 14,3 milioni di euro rispetto ai 14,4 milioni di euro del 2022, evidenziando la capacità della Banca di crescere commercialmente pur efficientando il proprio modello di business. L’elevata solidità patrimoniale della Banca è certificata da un Total capital ratio al 23,02%, in significativo aumento rispetto al 20,33% di fine 2022. La qualità del credito evidenzia livelli molto buoni evidenziati da un Npe ratio netto del 0,76, in riduzione rispetto a fine 2022. Elevata anche la copertura degli asset deteriorati, con sofferenze coperte al 91%».

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