«Non siamo speculatori che nascondono le mascherine chirurgiche aspettando che i prezzi si alzino, ma molto semplicemente quelle promesse dal Governo non le abbiamo ancora ricevute. Chiediamo rispetto per una categoria che non ha “chiuso” un giorno, anche senza le necessarie protezioni, dall’inizio dell’emergenza Covid-19 quando i Pronto Soccorsi erano blindati e gli ambulatori dei Medici di medicina generale a ritmo ridotto». È il commento di Elena Vecchioni, presidente di Federfarma Verona, ai recenti attacchi subiti dai farmacisti provenuti dal commissario straordinario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri.

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«Le poche mascherine – aggiunge Vecchioni – che si trovano nelle farmacie di Verona e provincia a macchia di leopardo sono quelle che faticosamente e in quantitativi limitati alcuni di noi riescono a reperire nel mercato legale e mettono a disposizione dell’utenza in maniera contingentata per potere soddisfare, quando appunto si può, il maggior numero di famiglie. La stessa cosa vale per guanti e alcol che sono in forte carenza».

Per questo motivo, conclude la dirigente, «ritengo che sia doveroso il rispetto alle farmacie e a tutti coloro che vi lavorano perché stiamo operando alacremente per fare il nostro dovere anche quando dalla sera alla mattina apprendiamo, e dagli organi di informazione, notizie fondamentali, come quella del 27 aprile relativa alla calmierazione dei prezzi delle mascherine chirurgiche a 50 centesimi dimenticandosi dell’IVA al 22%».

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