assogenericiLe cure senza brevetto risultano in crescita sia sul fronte dei farmaci tradizionali che in quello dei biologici. Nel primo semestre del 2018 gli equivalenti hanno assorbito «il 22% dei consumi in farmacia, mentre i biosimilari hanno conquistato il 12% del mercato di riferimento». A darne notizia è Assogenerici che, più nel dettaglio, sottolinea come i farmaci equivalenti abbiano rappresentato «il 21,95% del totale del mercato farmaceutico a volumi nel canale farmacia e il 13,14% a valori, facendo registrare una performance positiva rispetto ai primi sei mesi del 2017 (tutte le classi), del 5,7% a unità e del 12,1% a valori, a fronte di un rallentamento del mercato farmaceutico complessivo (+0,2% a unità, -1,3% a valori) determinato dall’arretramento dei brand a brevetto scaduto (-1,4% a unità e -3,3% a valori)».

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Nell’intero 2017, come riferito da FarmaciaVirtuale.it, gli equivalenti avevano assorbito il 21,47% del mercato in termini di confezioni e il 12,35% in termini di valori. A trainare la crescita è stata in particolare l’immissione in commercio di nuovi farmaci generici equivalenti a seguito delle scadenze brevettuali registratesi nel corso del 2017. Il giro d’affari si conferma concentrato essenzialmente in classe A per un totale di 1,45 miliardi che rappresentano il 78,8% del totale della spesa per farmaci generici (l’89,5% a confezioni). Per quanto riguarda i consumi in farmacia, «nel periodo gennaio-giugno 2018 emerge una flessione del -1% del numero di confezioni rimborsate dal SSN rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare si registra una flessione dei consumi (unità) relativa ai prodotti ancora coperti da brevetto del 15,4% rispetto al I semestre 2017. In crescita invece il segmento relativo ai farmaci a brevetto scaduto, in particolare quello degli equivalenti che assorbono il 29,3% dei consumi a unità registrando una crescita del +3,9% rispetto al gennaio-giugno 2017». È invece «sparuta la presenza dei generici equivalenti negli altri segmenti di spesa: in classe C il 2,1% delle confezioni vendute nella relativa classe; nel ramo dell’automedicazione lo 0,3% delle confezioni».

In termini geografici, emerge ancora il divario Nord-Sud: «Il consumo – prosegue Assogenerici – degli equivalenti di classe A si concentra soprattutto al Nord (36,5% a unità; 27,1% a valori), mentre risultano distanziati il Centro (26,8%; 20,2%) e il Sud Italia (21,5%; 16,2%). A guidare è la Provincia autonoma di Trento, con il 42,5 sul totale delle unità dispensate SSN nel periodo gennaio-giugno. Assieme all’Emilia Romagna, si tratta dei territori nei quali si registra la più alta incidenza di consumi complessivi di farmaci off patent (generici e branded a brevetto scaduto), l’83,4%, a carico del Ssn».
Il mercato ospedaliero, infine, indica che «gli equivalenti in classe A e H assorbono il 26,1% dei consumi a volumi e il 2,1% a valori. A dominare il mercato ospedaliero sono i brand a brevetto scaduto che rappresentano il 38,8% dei consumi a volumi e il 5,2% a valori, mentre ai farmaci esclusivi (protetto o senza generici corrispondente) resta il 35% dei consumi a volumi che valgono però il 92,8% della spesa farmaceutica pubblica ospedaliera».

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