assofarm«È un peccato non sfruttare appieno occasioni così ghiotte per sviluppare sinergie interessanti. Peccato che tali occasioni non vengano colte dal ministero della Salute, quando viene chiamato a patrocinare un’iniziativa certamente positiva, ma che poteva coinvolgere tutto il sistema farmacia italiano». L’opinione arriva da Assofarm, che attraverso un comunicato fa sapere come tale punto di vista sia «emerso con forza» nel corso della ventottesima assemblea generale dell’associazione di categoria.
Nel mirino c’è dunque in particolare il ministero della Salute, colpevole secondo quanto riportato in una nota firmata dal presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi, di non aver garantito all’iniziativa di Federfarma tutto il sostegno che essa avrebbe meritato. «Le farmacie comunali italiane riunitesi a Napoli il 30 luglio scorso – si legge nel comunicato – rivendicano una lunga esperienza in progetti simili. Sono almeno quindici anni che molte di esse, e da ultimo anche le farmacie private del gruppo Farmacie Unite, sviluppano progetti come quello lanciato oggi fa Federfarma, non unicamente rivolti ad anziani ultra settantacinquenni non deambulanti e soli in casa».
L’associazione punta il dito infatti contro quella che definisce «una selezione così stringente da far nascere più di un dubbio su quanti utenti possano realmente essere coinvolti nell’iniziativa. Non a caso Assofarm sta da tempo studiando come far evolvere la consegna a domicilio in una pratica di “pharmaceutical care”, basata sulla selezione sperimentale di un certo numero di pazienti e di patologie che riceveranno il follow up farmaceutico attraverso visite a domicilio. Una modalità che eleva il farmacista ad un ruolo più attivo e riduce la logistica a mera componente strumentale del processo sanitario».
Per tutto ciò, secondo lo stesso Gizzi e il presidente di Farmacie Unite, Franco Gariboldo Muschietti, «si sarebbe potuto valorizzare maggiormente questo patrimonio di esperienze, non solo a vantaggio dei cittadini, ma anche della stessa farmacia. Ci aspettiamo che sia il ministero a stimolare queste collaborazioni».

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