La Camera dei Deputati ha approvato una proposta di legge che introduce la possibilità di iscrizione volontaria al Servizio sanitario nazionale per una specifica categoria di cittadini italiani all’estero. L’iniziativa legislativa, presentata dal deputato Andrea Di Giuseppe di Fratelli d’Italia, interessa gli italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) che risiedono in Stati non appartenenti all’Unione europea e non aderenti all’Associazione europea di libero scambio. Il provvedimento, composto da quattro articoli, modifica le disposizioni dell’articolo 19 della legge 833 del 1978.

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Modello evoluto di corresponsabilità e trasparenza

Il meccanismo di accesso al sistema sanitario si basa sul versamento di un contributo economico, che dà diritto al rilascio della tessera sanitaria nazionale. La norma stabilisce un’esenzione completa dal contributo per i minorenni, a condizione che la richiesta venga inoltrata da un genitore o da un tutore legale. Il disegno di legge incorpora elementi riguardanti la tracciabilità digitale delle operazioni di pagamento e la rendicontazione, per assicurare trasparenza. Le risorse raccolte saranno indirizzate verso i bilanci regionali.

Potenziamento dei servizi e interoperabilità digitale

Il testo legislativo promuove l’istituzione di punti informativi congiunti tra Anagrafe degli italiani residenti all’estero e Aziende sanitarie locali. È prevista la stipula di accordi operativi tra il ministero della Salute e il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Un aspetto riguarda l’implementazione di un sistema di interoperabilità digitale tra le anagrafi sanitarie e quelle anagrafiche, finalizzato a semplificare le procedure di adesione. La proposta di legge A.C. 1042, dunque, si propone di definire un quadro di riferimento chiaro per milioni di cittadini, consolidando il legame con il Paese di origine attraverso il canale dell’assistenza sanitaria.

Italiani all’estero e diritto di assistenza dal Ssn

Di Giuseppe ha spiegato che «milioni di italiani che vivono all’estero hanno diritto ad essere assistiti dal Servizio sanitario nazionale ma si trovano esclusi da ogni percorso di cura: non possono infatti scegliere un medico di base né accedere al fascicolo sanitario elettronico. Per questo motivo riteniamo che questa proposta di legge sia un atto di giustizia e di rispetto verso la nostra comunità nel mondo. Non si tratta di creare corsie preferenziali ma di rafforzare il legame tra Stato e cittadini oltreconfine, offrendo una risposta concreta a un bisogno reale. Ogni cittadino italiano, anche se vive lontano, porta con sé una tessera sanitaria che rappresenta un simbolo di appartenenza e vicinanza all’Italia e deve quindi poter contare sul proprio Paese. È una questione di coerenza, dignità e riconoscenza».

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