Nelle nazioni della regione europea aderenti all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’antibiotico-resistenza è risultata diffusa anche nel 2020, come negli anni prima. A riferirlo è il report della stessa Oms, che unisce i dati degli isolati invasivi segnalati ai due network di sorveglianza dell’area: la Central Asian and European surveillance of antimicrobial resistance (Caesar) e lo European antimicrobial resistance surveillance network (Ears-Net). «Il livello di antibiotico resistenza nelle specie batteriche segnalate alle reti di sorveglianza durante il 2020 varia notevolmente a seconda della specie batterica, del gruppo antimicrobico e della regione geografica» è scritto nel documento. «La resistenza alla terza generazione di cefalosporine e ai carbapenemi è generalmente più alta nel Klebsiella pneumoniae rispetto all’Escherichia coli. Sebbene la resistenza ai carbapenemi sia rimasta rara nell’Escherichia coli nella maggior parte dei paesi, il 30% di essi ha segnalato percentuali di resistenza del 25% o superiori nella Klebsiella pneumoniae. La resistenza ai carbapenemi è risultata comune anche nello Pseudomonas aeruginosa e nell’Acinetobacter spp., in una percentuale maggiore rispetto al Klebsiella pneumoniae. Come è stato osservato nei precedenti rapporti regionali, c’è un gradiente di resistenza nord-sud e ovest-est, con maggiori tassi osservati nelle parti meridionali e orientali della Regione».

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«Preoccupante resistenza a cefalosporine di terza generazione e carbapenemi»

Considerando solo i paesi e le aree che hanno presentato i dati al Caesar sia nel 2019 sia nel 2020, il numero complessivo degli isolati segnalati è stato inferiore nel 2020 rispetto all’anno precedente. Il dato deriva da un numero inferiore di Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus e Streptococcus pneumoniae segnalati. Numeri più alti sono stati riportati, invece, per Acinetobacter spp. ed Enterococcus faecium. Queste tendenze generali non sono state sempre osservate a livello nazionale, ma tutti i paesi, tranne uno, hanno riportato un numero maggiore di Acinetobacter spp. isolati nel 2020 rispetto al 2019. Nel 2020, l’Escherichia coli (38,4%), lo Staphylococcus aureus (17,3%) e il Klebsiella pneumoniae (14,9%) hanno rappresentato la maggioranza (70,6%) degli isolati. «Questi risultati di Caesar e Ears-Net mostrano chiaramente che la resistenza antimicrobica è diffusa nella regione europea dell’Oms. Alte percentuali di resistenza alle cefalosporine di terza generazione e ai carbapenemi nel Klebsiella pneumoniae e alte percentuali di Acinetobacter spp. resistenti ai carbapenemi in diversi paesi, sono preoccupanti. Suggeriscono la diffusione di cloni resistenti nelle strutture sanitarie e indicano le gravi limitazioni nelle opzioni di trattamento in molti paesi per i pazienti con infezioni causate da questi patogeni. I risultati sottolineano la necessità di un’azione concertata per combattere l’antibiotico-resistenza in tutta la regione europea dell’Oms».

«Migliorare sorveglianza e strategie nazionali»

Sebbene l’Oms evidenzi che molti progressi siano stati fatti nell’elaborare strategie di contrasto e controllo dell’antibiotico-resistenza, l’Organizzazione ritiene che ci sia ancora molto da fare. «Dall’adozione del piano d’azione strategico europeo sulla resistenza agli antibiotici nel 2011 e dalla pubblicazione del piano d’azione globale sulla resistenza antimicrobica nel 2015, la maggior parte degli Stati membri dell’Oms nella regione europea ha intensificato gli sforzi per affrontare la resistenza antimicrobica. Nel 2016 solo venticinque (50%) su cinquanta paesi avevano riferito di aver sviluppato un piano d’azione nazionale sulla resistenza antimicrobica, ma l’ultimo ciclo di monitoraggio globale ha dimostrato che il numero dei paesi con un piano era aumentato a quarantatré (86%)» è scritto sul report. «La sfida che ci aspetta ora è come garantire un’attuazione completa e finanziamenti adeguati ai piani nazionali».

Documenti allegati

3014 – Surveillance of antimicrobial resistance in Europe, 2020 data

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