Un’ampia analisi effettuata dall’Area Studi di Mediobanca presenta nel dettaglio il settore delle farmacie italiane, mettendolo a confronto con quello di altri paesi europei. I dati, che tracciano l’evoluzione del comparto nell’ultimo decennio, collocano il mercato italiano al quinto posto in Europa per dimensione. «La sola spesa per l’acquisto di farmaci, ripartita tra quelli con obbligo di prescrizione (13,9 miliardi) e senza (Sop 2,4 miliardi), colloca l’Italia in quinta posizione in Europa, alle spalle di Germania, Francia, Regno Unito e Spagna e davanti all’Austria» – si legge nel documento. La farmacia italiana presenta una capillarità superiore alla media Ue, contando un presidio ogni 2.977 abitanti, contro una media europea di una farmacia ogni 3.245 abitanti. Il fatturato medio della farmacia italiana, attestatosi a 1,2 milioni di euro nel 2021, resta però inferiore a quello di nazioni come Austria, Francia e Germania, e registra un calo del 12,2% rispetto al 2015. Tuttavia, nonostante la crescita esponenziale dei canali concorrenti dal 2010 a oggi (+68% i corner Gdo e +61,1% le parafarmacie), le farmacie (+11,8%) hanno mantenuto una quota di circa il 90% del mercato dei farmaci Sop.

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L’andamento dal 2015 a oggi

Nel 2021 il fatturato complessivo delle farmacie italiane ha totalizzato 24,4 miliardi di euro, registrando un calo del 4% rispetto al 2015. «La contrazione del giro d’affari – specifica il report – ha interessato tutte le referenze, dai farmaci con ricetta (-9,3%), che rappresentano il 56,9% delle vendite totali, a quelli senza (-5,3%, stabili al 9%), fino a tutti i comparti del non farmaceutico, con la sola notevole eccezione dei prodotti notificati che, trainati per lo più dagli integratori, hanno segnato una progressione del 32,9% sul 2015». Scendendo ulteriormente nel dettaglio, si evidenzia un calo dell’incidenza sulle vendite dei farmaci coperti da brevetto, passata dal 41,3% del 2010 al 24% del 2021. Viceversa, le referenze con brevetto scaduto sono passate dal 41,5% al 45,2%. È invece quasi raddoppiato il peso dei generici, salito dal 17,2% del 2010 al 30,8% del 2021. Guardando al 2022, il report rileva nel primo semestre un giro d’affari in crescita dell’8,1%, pari a un valore di 13,1 miliardi di euro. Le confezioni vendute sono aumentate dell’8,2%, «un trend – precisa lo studio – che permane positivo anche al netto della componente legata al Covid (tamponi e test in farmacia): +6,1% a valore e +6,6% a volumi».

La distribuzione intermedia

La distribuzione intermedia, che include le cooperative di farmacisti, è oggi nelle mani di circa 50 imprese che intercettano circa il 70% dei medicinali venduti in Italia. Come si legge nel report di Mediobanca, «il mercato della distribuzione intermedia italiano è stato interessato nell’ultimo decennio da un rilevante processo di concentrazione, considerando che nei primi anni Novanta le imprese erano circa 250. La quota di mercato delle prime dieci aziende è passata dal 57% del 2008 al 78% attuale (dal 45% al 56% considerando le prime cinque imprese). Per quanto si tratti di una crescita rilevante, essa lascia il nostro mercato lontano dai restanti paesi europei: nel Regno Unito le prime cinque società rappresentano l’80% del mercato, il 90% in Francia e addirittura il 99% in Germania. In Italia quindi il modello della distribuzione intermedia mantiene ancora le caratteristiche della competizione locale o regionale, con un ruolo significativo esercitato dalle cooperative di farmacisti».

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