
La resistenza antimicrobica (Amr) è tra le peggiori minacce per la salute pubblica, con proiezioni che indicano 10 milioni di decessi annui entro il 2050. Lo studio “Uniting disciplines against antimicrobial resistance (AMR): highlights from a multidisciplinary inaugural AMR summit” ha evidenziato come, tra il 1990 e il 2021, oltre un milione di morti siano stati attribuiti a infezioni resistenti. I dati hanno rilevato l’urgenza di strategie coordinate, come emerso durante il primo Amr summit, organizzato da Biomérieux in collaborazione con il Tampa General Hospital e l’Università della South Florida nel novembre 2024. L’evento ha riunito esperti di diverse discipline per discutere soluzioni innovative, tra cui l’impiego di test diagnostici rapidi, il sequenziamento di nuova generazione e l’integrazione delle scienze implementative nei programmi di stewardship.
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Ruolo dei team multidisciplinari nella stewardship antimicrobica
La complessità della resistenza antimicrobica richiede un approccio collaborativo, dove microbiologi, farmacisti, infettivologi e specialisti in prevenzione delle infezioni lavorino in sinergia. Al summit, è emerso come il laboratorio di microbiologia sia un pilastro fondamentale nei programmi di stewardship, grazie alla sua capacità di identificare rapidamente i patogeni e monitorare i pattern di resistenza. L’adozione di test diagnostici rapidi (Rdt) ha dimostrato di ridurre i tempi di terapia ottimale, la degenza ospedaliera e la mortalità, specialmente nelle infezioni del flusso sanguigno.
Necessario sostegno organizzativo e finanziario
L’implementazione delle tecnologie necessita di un sostegno organizzativo e finanziario, come dimostrato da un progetto del Texas Children’s Hospital, dove la comunicazione diretta tra laboratorio e farmacisti ha ottimizzato l’uso di antibiotici. Un altro aspetto esaminato è il coinvolgimento attivo del personale infermieristico e dei team di prevenzione delle infezioni, il cui contributo può migliorare l’aderenza ai protocolli e la gestione dei casi complessi.
Politiche, finanziamenti e scienza
L’efficacia dei test diagnostici rapidi dipende dalla loro accuratezza e dall’adozione clinica e dal sostegno dei decisori politici. Al summit, è stato discusso come la mancanza di rimborsi e linee guida chiare possa limitarne l’utilizzo. Un panel composto da clinici, rappresentanti dei payer e funzionari governativi ha palesato la necessità di generare evidenze solide sui benefici clinico-economici degli Rdt, oltre a promuovere politiche che ne favoriscano l’integrazione nei sistemi sanitari. Negli Stati Uniti, il National action plan for combating Amr include l’adozione di diagnosi rapide tra le priorità, mentre organizzazioni internazionali come l’Oms sostengono l’innovazione diagnostica e la sorveglianza globale.
Ottimizzazione dell’uso di antibiotici
Un ulteriore tema affrontato è stato l’applicazione delle scienze implementative per ottimizzare l’uso degli antibiotici. Prescrizioni inappropriate spesso derivano da dinamiche sociali, incertezze diagnostiche e pressioni esterne. Approcci come l’audit feedback e l’educazione diretta hanno mostrato limiti, mentre l’integrazione di modelli comportamentali e contestuali può migliorare l’efficacia degli interventi. Un esempio è lo studio condotto nei centri veterani statunitensi, dove l’analisi delle pratiche locali ha permesso di sviluppare strategie personalizzate per la gestione delle infezioni urinarie.
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