Con i colossi pronti ad entrare nel mercato e un settore in continuo cambiamento, Damiano Marinelli – portavoce della Rete Farmacie Indipendenti e ideatore dell’evento formativo Formamico, quest’anno alla terza edizione, dedicato ai farmacisti nato dal gruppo Facebook “Farmamico” – spiega come è più utile reagire.
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Non solo Walgreens ma anche banca Rothschild starebbe preparando una cordata per entrare nel mercato delle farmacie in Italia: se fotografassimo il settore tra pochi anni potremmo trovarlo rivoluzionato?
Il settore sarà completamente diverso domani rispetto ad oggi e con protagonisti di cui oggi magari non si conosce nemmeno l’esistenza. Tra questi ci saranno anche i titolari di oggi, organizzati, capaci di imprendere e quindi di investire. Altra certezza che ho è che non saranno protagonisti di domani i titolari che lo sono oggi solo perché dedicano più tempo a scrivere e parlare contro tutto e tutti, anziché ad essere effettivamente utili alla categoria e soprattutto alla propria farmacia e a chi vi lavora.
Secondo Milano Finanza, Walgreens, controllando anche Alleanza Salute tramite Ornella Barra, potrebbe “forzare la mano” con le farmacie: «Molte pagano il distributore con ritardi fino a sei mesi, e se venisse chiesto il rientro a breve dei crediti vantati…». È uno scenario plausibile?
Non lo so. La domanda che preferisco pormi è come si può parlare di fallimenti, indipendentemente dal capitale, oggi, quindi con il decreto concorrenza non ancora approvato e un settore comunque in salute, soprattutto se confrontato con altri. Da cosa dipendono questi fallimenti? La qualità delle informazioni è da preferirsi alla quantità per trovare soluzioni, a meno che il fine non sia quello di creare consenso invece che, effettivamente, tentare di aiutare la categoria. Questo clima di terrore non aiuta di certo il singolo titolare.
Amazon studia l’ingresso sul mercato dei farmaci negli Stati Uniti, con l’obiettivo probabile di espandere il servizio anche altrove. Per i farmacisti rischierebbe di rappresentare una nuova minaccia o sarà difficile per un marketplace ottemperare a tutti gli standard previsti per un prodotto particolare come il farmaco?
Anche in questo caso devo rispondere con un “non lo so”. E non provo invidia per tutti quelli che manifestano di conoscere il futuro. Mio compito di consulente è aiutare il titolare oggi, nel presente, per affrontare con tranquillità il futuro. Il meraviglioso Taleb, nel suo Cigno Nero, ci dimostra l’impossibilità, ma anche l’inutilità di determinare il futuro delle “cose che si muovono”: oggi pochi altri settori si stanno muovendo come il mondo della farmacia. Di certo so che oggi le farmacie più in salute sono quelle che negli ultimi 10 anni hanno almeno provato ad organizzarsi, a migliorarsi, non facendo mai il passo più lungo della gamba. Quindi il futuro è di chi se lo costruisce. La farmacia deve far leva sui suoi punti di forza rispetto ai giganti. È più piccola, ma quindi anche più leggera, duttile, veloce e già presente nel territorio.
Quali consigli pratici si sente di dare ai farmacisti per fronteggiare i possibili cambiamenti?
Senza peli sulla lingua, perché il periodo storico lo richiede. Al titolare di farmacia consiglio di ascoltare di meno i colleghi che si basano su opinioni e non su dati oggettivi e tutti quelli che hanno un palese conflitto di interesse con lui e quindi con la sua farmacia. Il tempo risparmiato, di dedicarlo ad ascoltare di più quelle persone che tutti i giorni contribuiscono a pagare gli stipendi di tutti. Molti li chiamano clienti, altri pazienti, ma la sostanza non cambia se non per il fatto che nessuno li chiama per quello che sono: persone. Le parole sono importanti perché a seconda di quelle che usiamo derivano dei comportamenti di lavoro. Questi ultimi determinano poi la redditività della farmacia. In ultimo, consiglio di dedicare il 10% del tempo quotidiano alla crescita (o meglio, miglioramento) della propria farmacia e non solo al mantenimento, che porta invece e necessariamente ad un peggioramento. La questione-collaboratori, invece, necessiterebbe un capitolo a parte. Il mondo sta cambiando anche per loro e non necessariamente in peggio, ma bisogno metterci qualcosa di più.
In vista delle elezioni di Federfarma, quali dovrebbero essere secondo lei le priorità del sindacato dei titolari di farmacia per i prossimi anni?
Non faccio politica, il mio ruolo non è quello di cambiare o difendere il sistema, ma di aiutare il titolare a districarsi nel sistema in cui si trova. Approfitto per un ultimo consiglio a riguardo: il titolare non può continuare a sperare che qualcuno o qualcosa risolva i problemi della sua farmacia-azienda. È tempo di rimboccarsi le maniche come è chiesto a qualsiasi altro professionista. Quelli che erano punti di arrivo 30 anni fa, oggi sono punti di partenza. È tutto diverso rispetto a qualche anno fa, e quindi diverso, di certo, deve essere il modo di gestire la propria farmacia.
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